Il World Nuclear Industry Status Report 2024 include un capitolo di confronto tra energia atomica e FER. E sottolinea: il nucleare affronta una crescente minaccia competitiva da parte delle rinnovabili
Cosa racconta il World Nuclear Industry Status Report 2024?
“L’energia nucleare affronta una crescente minaccia competitiva da parte delle energie rinnovabili, con il costo livellato dell’energia (LCOE) sia per l’eolico che per il fotovoltaico su scala di pubblica utilità ora ben al di sotto di quello dei nuovi reattori”. A riferirlo è il World Nuclear Industry Status Report 2024, il rapporto sullo Stato dell’industria nucleare 2024, redatto annualmente dall’analista Mycle Schneider e da un nutrito gruppo di esperti internazionali. Il documento offre un quadro vivido del settore, tracciandone i principali trend in termini di tecnologie, produzione e nuova capacità. Sia a livello mondiale che nazionale.
Energia nucleare vs energie rinnovabili
L’edizione riporta uno speciale capitolo di approfondimento dedicato alla comparazione tra energia dell’atomo e fonti rinnovabili. Quello che emerge dal report non rappresenta una novità. Secondo gli autori oggi le green energy superano costantemente il nucleare in termini di costi e velocità di implementazione. “E sono quindi preferite all’energia nucleare nella maggior parte dei paesi”.
Questo significa anche che le FER ricevono maggiore attenzione finanziaria con volumi di investimento in continuo. Al punto che oggi la capacità installata delle rinnovabili fa ombra ai reattori. Il solo parco fotovoltaico mondiale supera la capacità nucleare in esercizio di circa quattro volte.
Ma entriamo nel dettaglio dei dati.
Capacita rinnovabili contro capacità nucleare
Il rapporto sullo Stato dell’industria nucleare 2024 sottolinea come il settore delle FER abbia continuato a crescere in maniera costante negli ultimi anni. Nel 2023 le energie rinnovabili totali hanno raggiunto i 3,9 TW di capacità installata (di cui 1,4 TW solo di fotovoltaico) o il 43% di quella elettrica globale. Merito soprattutto del grande balzo in avanti di eolico e fotovoltaico e i loro quasi 460 GW di aggiunte. Al contrario, la capacità nucleare operativa è rimasta relativamente stabile nello stesso periodo, aumentando in modo insignificante da 350 GW a 364 GW.
Il costo livellato dell’energia elettrica
Trend opposto per il costo livellato dell’energia elettrica o LCOE per usare l’acronimo inglese. Dal 2009 al 2024, l’LCOE medio per il fotovoltaico (su scala utility) è sceso da 359 a 61 dollari per MWh. Quello dell’eolico a terra è passato da 135 a 50 dollari per MWh. Al contrario, l’LCOE del nucleare è aumentato nello stesso periodo da 123 a 182 dollari per MWh. Al punto da renderla “la fonte di energia su scala utility più costosa”.
I volumi di investimento
E i risultati sul piano finanziario parlano da soli: le FER continuano a catalizzare maggiori investimenti. Nel 2023 i nuovi investimenti nelle green energy ha raggiunto quota 623 miliardi di dollari. Quelli dedicati all’energia atomica sono stati di circa 32,7 miliardi di dollari. Ma lo scorso anno va ricordato anche per un altro elemento: “Per decenni gli investimenti in energia rinnovabile hanno superato quelli nel nucleare”, scrivono gli autori. “Tuttavia, il 2023 è stato significativo, non solo perché questa tendenza ha accelerato, ma anche perché i nuovi finanziamenti per l’accumulo di energia hanno superato quelli destinati al nucleare“.
I fattori di capacità
Rimane ovviamente il gap dei fattori di capacità. Tecnologie rinnovabili come l’idroelettrico e la geotermica, con medie globali ponderate di Capacity Factor rispettivamente del 45% e del 75%, possono avvicinarsi ai valori legati alla generazione fossile e al nucleare. Ossia una media globale, rispettivamente di 48% e 81%. Per turbine eoliche e pannelli fotovoltaici è decisamente più difficile competere, nonostante il fattore di capacità del nuovo eolico offshore in Europa sia oggi sopra il 50%.
I numeri portano ad una riflessione. “Considerati i differenziali del fattore di carico, i sostenitori del nucleare sostengono che l’eolico e il fotovoltaico non sono concorrenti diretti del nucleare. Considerano l’LCOE una metrica fuorviante in termini di competitività sul mercato e suggeriscono che i costi elevati su base LCOE non dovrebbero influenzare i crescenti sussidi a tutte le parti della catena nucleare”, si legge nel documento.
Tuttavia, sebbene i profili di generazione differiscano, i vantaggi in termini di LCOE, i minori e più prevedibili tempi di completamento dei progetti e conseguentemente la capacità in rapida crescita hanno portato a significativi investimenti e innovazione per affrontare i problemi legati alla non programmabilità. Inoltre secondo gli esperti “l’affidabilità dell’energia deve essere valutata a livello di rete, non da un singolo punto di generazione”. Senza contare che stanno progressivamente aumentando le soluzioni per adattare la domanda di energia alla fornitura e migliorare la flessibilità del sistema energetico.
Leggi qui il report sullo Stato dell’industria nucleare 2024