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Spalma incentivi: AssoRinnovabili scrive al commissario UE Oettinger

Spalma incentivi: AssoRinnovabili scrive al commissario UE Oettinger

 

(Rinnovabili.it) – Non è bastato il parere sull’incostituzionalità della norma fornito dal Presidente Emerito della Corte Costituzionale Onida, né  le mobilitazioni delle associazioni delle rinnovabili. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto Taglia Bollette, la riduzione retroattiva degli incentivi agli impianto fotovoltaici diventa realtà. “Constatiamo con amarezza che […] la nostra richiesta al Presidente della Repubblica di rinviare il decreto legge al Governo per eliminare lo spalma incentivi non è stata accolta”, commenta Agostino Re Rebaudengo, presidente di assoRinnovabili. L’associazione ha deciso di scrivere al Commissario Europeo per l’Energia Günther Oettinger per sottoporgli l’anomalia del caso italiano, bocciato in questi giorni sia sulle pagine del Wall Street Journal che su quelle del Financial Times.

 

Come spiega assoRinnovabili nella missiva, il meccanismo dello spalma incentivi è “facoltativo”: i produttori possono scegliere se optare per una forte riduzione del valore dell’incentivo pari all’8% o per una dilazione del tempo di incentivazione. “Fondamentalmente i produttori si troverebbero in una situazione no-win”, scrive l’associazione  ricordando come la misura si aggiunga oggi a una serie di provvedimenti legislativi, fiscali e normativi adottati nel corso dell’anno passato  che stanno “erodendo notevolmente i profitti già insignificanti dei produttori fotovoltaici”.

 

La posizione espressa da assoRinnovabili sul tale norma è perfettamente in linea con quanto dichiarato dallo stesso Oettinger, che in un intervento dell’agosto scorso ha condannato con fermezza l’introduzione di tagli retroattivi agli incentivi per le rinnovabili perché minano la fiducia degli investitori, ricordando che “tutti coloro che hanno installato pannelli solari, centrali a biogas o parchi eolici debbono ricevere il livello di incentivazione garantito al momento dell’installazione”. “Confidiamo pertanto  – aggiunge l’associazione – che l’Europa possa valutare la possibilità di indirizzare al Governo e al Parlamento Italiano un invito a riconsiderare la questione”.

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