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Lo spalma incentivi preoccupa anche l’Ambasciatore Uk

Fotovoltaico, ecco l’ultima bozza dello spalma incentivi

 

(Rinnovabili.it) – Lo spalma incentivi inserito nel DL Competitività sta raccogliendo una fitta squadra di oppositori. L’ultimo a schierarsi contro la retroattività del provvedimento in questione è addirittura l’ambasciatore britannico in Italia, Christopher Prentice. Lo ha reso noto il presidente della commissione Industria al Senato, Massimo Mucchetti dove è approdato il decreto dopo la bocciatura della Commissione Bilancio. Secondo quanto riferito dal Senatore Mucchetti, Prentice avrebbe manifestato preoccupazione per la misura a carico degli impianti rinnovabili, attraverso una missiva indirizzata all’attenzione della X Commissione. Secondo quanto riporta oggi l’agenzia di stampa parlamentare Public Policy, l’ambasciatore avrebbe espresso apprensione nei confronti degli interessi degli investitori inglesi in Italia, qualora il DL Competitività dovesse essere convertito in legge nella forma attuale. Il Regno Unito peraltro ha già dimostrato di tollerare interventi poco retroattivi a carico del settore solare. Il dimezzamento della FIT operato in patria ha messo sul piede di guerra molte aziende fotovoltaiche britanniche spingendole a presentare ricorso alla Corte Suprema UK. Il risultato? Quattordici società hanno ottenuto un “risarcimento danni” di oltre 130 milioni di sterline.

 

Intanto il provvedimento è entrato nel vivo della discussione di palazzo Madama questa settimana, con l’avvio delle votazioni delle commissioni Industria e Ambiente e quella degli Affari costituzionali. L’obiettivo è quello di arrivare al passaggio in Aula in contemporanea la settimana successiva, per il varo definitivo prima della pausa estiva. Da oggi ad allora qualcosa potrebbe cambiare dal momento che l’intero provvedimento ha raccolto ben 1.700 emendamenti. Tra questi molti modificherebbero proprio l’articolo 26, il cosiddetto spalma-incentivi. In particolare i partiti dalla maggioranza, il Pd si schiera a favore della sostituzione dell’allungamento degli incentivi con un bond emesso dal Gse.

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