Il Governo punta sulle aste pay as bid per sfruttare appieno il potenziale delle rinnovabili nella ripresa economica
(Rinnovabili.it) – La Spagna mette nuovamente mano alla normativa dedicata all’energia pulita. E stavolta lo fa modificando i meccanismi per assegnare la potenza verde. Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il Decreto Regio che introduce nel Paese le “aste pay as bid”. Note anche come aste discriminatorie, queste gare sono caratterizzate da una remunerazione delle imprese partecipanti, per ogni blocco di potenza accettato, pari al prezzo di offerta per quello stesso blocco. In altre parole, i partecipanti presentano un’offerta del prezzo che sono disposti ad addebitare per l’energia generata dall’installazione, senza ricevere incentivi di “correzione” del prezzo.
Incentivi che invece erano assegnati nel precedente meccanismo d’asta. La Spagna ha avviato questo strumento nel 2013, quando i costi di produzione elettrica da fonti rinnovabili erano superiori al prezzo richiesto sul mercato. Ma oggi, spiega Teresa Ribera, Ministro della Transizione Ecologica, l’energia solare può essere prodotta a costi inferiori al prezzo di mercato. “Dobbiamo assicurarci che questo elemento possa essere integrato nel sistema in modo ordinato, a vantaggio dei consumatori”.
Leggi anche Costi dell’energia: ora i pannelli solari flessibili battono anche il gas
L’obiettivo del cambio normativo è quello di attrarre investimenti e incoraggiare l’attività economica, in uno scenario di ripresa dopo la crisi sanitaria, consentendo ai consumatori di beneficiare modo diretto del calo dei costi tecnologia. “Il nuovo quadro – sottolinea il dicastero spagnolo – permette di trasferire direttamente a tutti i consumatori, dal quello domestico a quello industriale, i risparmi implicati dalla produzione rinnovabile”.
Il decreto è essenziale anche per rispettare gli impegni di decarbonizzazione che la Spagna ha assunto. Impegni che la vedono attualmente viaggio verso circa 60 GW di nuova energia pulita nel prossimo decennio.
Una delle novità introdotte con le aste pay as bid è la possibilità di distinguere le gare per tecnologie di produzione in base alle loro caratteristiche tecniche, livelli di gestibilità, criteri di localizzazione geografica, maturità tecnologica, dimensione o componente innovativa. Il Regio Decreto consente inoltre che, nel bando d’asta, vengano stabiliti criteri aggiuntivi affinché determinati progetti con caratteristiche specifiche possano competere in condizione di parità. Questo permetterà anche a installazioni di piccole dimensioni, impianti dimostrativi o comunità energetiche di prender parte alla gara. Infine, gli impianti dei vincitori potranno partecipare anche ai servizi di bilanciamento, dove addebiteranno il prezzo di mercato. La prima data pay as bid dovrebbe tenersi entro la fine del 2020.
Leggi anche Aste rinnovabili, il successo dell’autoconsumo solare in Francia