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Soluzione “amichevole” per la battaglia UE-Cina sul fotovoltaico

Soluzione “amichevole” per la battaglia UE-Cina sul fotovoltaico

(Rinnovabili.it) – La battaglia innescatasi sul mercato fotovoltaico fra Cina e Europa potrebbe concludersi con una resa concordata da entrambe le parti. Il commissario europeo al Commercio Karel De Gucht ha, infatti, fatto sapere che l’offerta di tregua presenta dalla Repubblica Popolare, ovvero la promessa di porre un limite sul ribasso dei moduli fotovoltaiciMade in China”, accontenta l’Unione Europea. “Dopo settimane di intensi colloqui, – ha commentato il commissario – posso dire oggi d’essere soddisfatto dell’offerta di un impegno sui prezzi presentata dagli esportatori di pannelli solari in Cina, così come previsto dalla normativa Ue sulla difesa commerciale. Questa è la soluzione amichevole che entrambi stavamo cercando”. L’offerta da parte dell’industria asiatica è arrivata dopo settimane di intensi negoziati e dopo l’istituzione di dazi antidumping provvisori sulle importazioni UE lo scorso 6 giugno. Gli impegni offerti dai produttori cinesi, previsti nei procedimenti di difesa commerciale, autorizzati dal WTO, permetteranno alle aziende esportatrici di essere esentate dalle nuove tasse doganili.

L’esecutivo europeo, ha spiegato De Gucht si aspetta che questo nuova misura sia in grado di stabilizzare il mercato comunitario del fotovoltaico, provvedendo a eliminare i danni che le accertate pratiche di dumping hanno causato all’industria del Vecchio Continente. “Abbiamo trovato una soluzione amichevole che si tradurrà in un nuovo equilibrio sul mercato dei pannelli solari ad un livello di prezzo sostenibile. Dopo aver sentito il comitato consultivo, composto da Stati membri, intendo presentare questa offerta all’approvazione della Commissione europea”.

 

La soluzione tuttavia non sembra soddisfare tutti. Secondo Cremonesi, presidente del Comitato IFI, l’esecutivo UE- per la prima volta nella sua storia sarebbe uscito dal proprio ruolo tecnico assegnatogli nella valutazione degli esiti dell’investigazione facendosi “persuadere da spinte politiche di alcuni Paesi che ritenevano negative le conseguenze e le ritorsioni che la Cina avrebbe potuto mettere in atto e che, in alcuni casi, ha già avviato”. Per l’associazione, che riunisce circa il 90% dei produttori nazionali di celle e moduli fotovoltaici, ciò costituirebbe  un precedente scomodo per tutte le dispute di dumping relativi ad altri settori merceologici che seguiranno al fotovoltaico. “Da oggi, ogni Paese “forte” che intenderà operare commercialmente  in Europa saprà che c’è un Europa negozialmente più debole, che accetterà anche compromessi in aperta violazione delle proprie norme, principi, regolamenti”.

 

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