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C’è anche Tesla nel primo impianto solare-eolico con accumulo

Mentre il governo australiano mette una pietra sopra qualsiasi ambizione di sviluppo energetico sostenibile, la contea di Flinders spalanca le braccia alle rinnovabili

solare-eolico con accumulo

 

Entro il 2018 sarà attivo il primo solare-eolico con accumulo commerciale

(Rinnovabili.it) – Tesla è pronta a fare il bis in Australia. Dopo il sistema d’accumulo al litio più grande al mondo, la società di Elon Musk si getta a capofitto in un nuovo progetto di storage con cui guadagnarsi l’ennesimo primato. Il colosso di Palo Alto è, infatti, nella partnership che realizzerà il primo impianto ibrido al mondo di solare-eolico con accumulo su scala commerciale. La centrale dovrebbe vedere la luce nella contea di Flinders, una Local Government Area che si trova nel Queensland. Prima parte di un progetto più ampio – battezzato Kennedy Energy Park – l’impianto è frutto di partnership d’alto livello che coinvolge, oltre a Tesla, anche la danese Vestas e le australiane Quanta Service e Windlab (quest’ultima il vero promotore del progetto).

 

Insieme, i quattro realizzeranno una centrale multi-tecnologica composta da: 12 turbine ‘V136-3,6 MW Vestas per una capacità totale di 43,2 MW eolici, 15 MW di fotovoltaico e un sistema di storage agli ioni di litio, firmato Tesla, di 2 MW di potenza e 4 MWh di capacità. Il tutto sarà gestito da un sistema di controllo personalizzato, realizzato  dalla società danese.

 

Questa prima fase dovrebbe essere completata in circa un anno e, a regime fornire alimentazione elettrica a 35.000 famiglie australiane. Si tratta, come spiega Roger Price, amministratore delegato di Windlab  “del primo progetto di questo tipo in Australia”, ma anche di una prima volta a livello mondiale: se è vero da un lato che le soluzioni ibride sono sempre più apprezzate dal mercato, dall’altro il Kennedy Park è in assoluto il primo sistema solare eolico con accumulo a lavorare su scala utility.

Il progetto vale circa 160 milioni di dollari ed è finanziato dalla Clean Energy Finance Corporation e dalla Australian Renewable Energy Agency che spera in questo modo di ottenere un modello di impianto ibrido da replicare sul territorio.

 

Ma l’importanza di questa centrale va oltre i possibili primati tecnologici. Il progetto arriva, infatti, in un momento in cui il governo australiano ha deciso di mettere una pietra sopra qualsiasi ambizione di sviluppo energetico sostenibile. Canberra è fermamente intenzionata a ridirigere gli aiuti alle rinnovabili per sostenere a spada tratta il carbone e il gas (Leggi anche Energia: l’Australia fa peggio degli USA di Trump nel silenzio generale). Eppure, come ricorda Clive Turton, presidente di Vestas Asia Pacific “le soluzioni ibride che combinano il vento, il sole e l’immagazzinaggio hanno un enorme potenziale per l’Australia. Il Kennedy Phase I può costituire un gigantesco passo avanti per il paese nello sfruttamento di tali risorse, garantendo al contempo un’alimentazione elettrica, coerente e affidabile”.