Pubblicata la bozza del documento UNI sui sistemi agrivoltaici
(Rinnovabili.it) – Impianti elevati, interfilari o verticali. Superficie minima coltivata e quota complessiva coperta dai moduli. Tipologie di soggetto responsabile e sistemi di monitoraggio. Ricadute sul territorio e sulle comunità. C’è davvero tutto nel nuovo progetto di prassi di riferimento sui sistemi agrovoltaici, pubblicato in questi giorni dall’UNI, l’Ente Italiano di Normazione.
Il documento, sviluppato assieme ad ENEA, Rem Tec e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, definisce alcune prescrizioni tecniche per il comparto dal momento cha attualmente non esistono progetti di norma nazionali, europei o internazionali sull’agrivoltaico. L’obiettivo? Fornire, partendo dal contesto regolatorio esistente in materia di fotovoltaico e di agricoltura, requisiti ad hoc per questo matrimonio settoriale. Compresi quelli per la redazione e presentazione di progetti agrivoltaici e per l’analisi multicriteria degli stessi.
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“La prassi di riferimento – spiega l’UNI sul proprio sito web – è strutturata in modo da definire una panoramica delle tipologie e delle applicazioni dei sistemi agrivoltaici, andando in particolare ad affrontare tre aspetti di preminente rilevanza”:
- la classificazione degli impianti: elevati, interfilari o verticali;
- i requisiti tecnici da rispettare nelle fasi di progettazione e di gestione: Caratteristiche costruttive (integrazione col paesaggio, altezza libera da terra in metri, LAOR, superficie coltivabile), Prospettive gestionali (indirizzo produttivo, presenza area controllo e di sistemi di monitoraggio), Obiettivo produttivo minimo percentuale (sia per l’elettricità e che la produzione agricola);
- le buone pratiche.
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“L’obiettivo è assicurarsi che i sistemi agrivoltaici rispettino il principio di integrazione reciproca tra agricoltura e tecnologia fotovoltaica, nel rispetto della normativa vigente in materia”. Il documento rimarrà in consultazione pubblica fino al 12 aprile.