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Rinnovabili: lo spalma-incentivi fa apparire l’Italia inaffidabile

FREE: “Siamo in presenza di un meccanismo troppo farraginoso. Non un bel risultato per un Governo che si vanta di semplificare e velocizzare"

Rinnovabili: lo spalma-incentivi fa apparire l’Italia inaffidabile

 

(Rinnovabili.it) – Piovono le prime critiche dopo l’approvazione in Senato del testo del DL Competitività, che fa salvo l’ormai celebre provvedimento Spalma-Incentivi. La misura, temuta non solo dal comparto fotovoltaico italiano, ma anche dagli altri settori delle rinnovabili, è stata giudicata da più parti come un vero e proprio scacco matto alla credibilità italiana. A nulla sono valsi gli appelli di associazioni di settore e investitori, né le analisi dei probabili effetti negativi. Basti pensare che il decreto colpirà ben 11 dei 18 mila MWp di impianti fotovoltaici installati in Italia, mettendo a rischio oltre il 60% della produzione di energia solare, pari a quasi il 5% della copertura della produzione elettrica nazionale. Una produzione pulita e totalmente indipendente da importazioni di combustibile dall’estero.

 

L’emendamento definitivo relativo alla norma cosiddetta spalma incentivi approvata dalla Commissioni Industria e Ambiente del Senato non sana il vulnus gravissimo della retroattività di un provvedimento che non ci fa apparire come Paese serio e affidabile”, commenta il Coordinamento Free. “L’articolo 26 fa persino confusione tra la categoria degli operatori del fotovoltaico e quella delle altre Fer. Sull’opzione 3 per prolungare il meccanismo degli incentivi e sulla nuova opzione della cartolarizzazione degli incentivi nella misura dell’80% presso un operatore finanziario – operazione questa in misura diversa proposta da Free nel passato – ci si affida ad una serie di provvedimenti che emanerà l’Autorità dopo l’approvazione di questo decreto. Siamo in presenza di un meccanismo troppo farraginoso. Non un bel risultato per un Governo che si vanta di semplificare e velocizzare”. 

 

A salvarsi sembrerebbe esser stato solo l’articolo sull’autoconsumo,  parzialmente migliorato dalla Commissioni del Senato. In uno degli emendamenti approvati da Palazzo Madama pone infatti dei limiti proprio ai futuri degli oneri di sistema; eventuali rimodulazioni della quota saranno applicate solo per gli impianti non ancora in esercizio.