Zanchini: “Lanciamo oggi un’alleanza per l’autoproduzione da fonti rinnovabili per aprire a un cambiamento del modello energetico che abbia al centro le opportunità per i territori e le comunità”
(Rinnovabili.it) – Dar battaglia alle leggi che oggi frenano l’autoconsumo ed espandere i confini della micro generazione distribuita da rinnovabili. Da queste premesse nasce l’Alleanza per l’Autoproduzione, manifesto promosso da Legambiente per rilanciare le green energy nei territori. La nuova iniziativa è stata presentata in occasione un convegno internazionale organizzato dal cigno verde.
“Lanciamo oggi un’alleanza per l’autoproduzione da fonti rinnovabili – ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini – per aprire a un cambiamento del modello energetico che deve avere al centro le energie pulite e le opportunità per i territori e le comunità. Crediamo sia arrivato il momento di aprire un confronto pubblico e trasparente su queste sfide, sia a livello italiano che europeo, per eliminare le barriere che oggi fermano una prospettiva che è nell’interesse delle famiglie e delle imprese”.
Al manifesto hanno già aderito 350 sindaci, convinti dell’importanza di liberare l’autoproduzione da rinnovabili in Italia. E “liberare” non è una parola scelta a caso. Le barriere poste oggi al settore, sia a livello normativo che fiscale, hanno dell’incredibile: oggi in Italia una raffineria e un impianto solare pagano la stessa tassa sull’autoconsumo; all’interno di un edificio è vietato distribuire energia elettrica autoprodotta da fonti rinnovabili; è vietato persino distribuire energia elettrica pulita autoprodotta tra più imprese di uno stesso distretto industriale.
“Il referendum del 17 Aprile – ha dichiarato la presidente di Legambiente Rossella Muroni – ha messo in evidenza quanto l’Italia abbia bisogno di una strategia energetica per uscire dalle fonti fossili. Per questo chiediamo al Governo di eliminare barriere e tasse nei confronti dell’autoproduzione e aprire a processo di innovazione che, oltre ad essere nell’interesse generale, è oramai riconosciuto come competitivo anche dalla Commissione Europea”.
Realtà virtuose da prendere a modello esistono anche in Italia: basti pensare ai Comuni delle Alpi dove, con una legge nata nei primi del Novecento per le cooperative legate alle centrali idroelettriche, è possibile distribuire l’energia pulita localmente. Per accompagnare questa prospettiva Legambiente presenta anche cinque proposte:
1) All’interno degli edifici deve essere consentita la distribuzione di energia elettrica autoprodotta da fonti rinnovabili attraverso reti private.
In questo modo si apre ad innovazioni nella gestione elettrica e del riscaldamento nei condomini, negli edifici per uffici e commerciali.
2) Tra aziende limitrofe deve essere consentito lo scambio di energia elettrica prodotta da impianti da fonti rinnovabili o in cogenerazione ad alto rendimento attraverso reti private.
In modo da aprire ad innovazioni nei distretti industriali e nello scambio di elettricità da fonti rinnovabili tra aziende limitrofe.
3) Le amministrazioni pubbliche devono poter utilizzare la rete elettrica per lo scambio di energia prodotta da impianti da fonti rinnovabili tra edifici di proprietà.
Per dare la possibilità ai Comuni di investire nelle fonti rinnovabili e di scambiare energia tra i diversi edifici pubblici.
4) Le utenze domestiche devono poter beneficiare di vantaggi fiscali e semplificazioni nell’autoproduzione da fonti rinnovabili.
In questo modo si aiutano le famiglie a installare impianti solari sui tetti direttamente per i consumi di illuminazione, riscaldamento, raffrescamento.
5) L’autoproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili deve beneficiare di vantaggi sugli oneri parafiscali in bolletta per i vantaggi ambientali che determina.
In questo modo si rendono vantaggiosi gli investimenti nell’autoproduzione, distinguendo nella tassazione tra impianti da fonti rinnovabili e invece da fonti fossili.