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Rinnovabili e SEU, a rischio l’esenzione oneri di sistema

Rinnovabili e SEU, a rischio l’esenzione oneri di sistema

 

(Rinnovabili.it) – Novità preoccupanti per i SEU, i Sistemi Efficienti di Utenza. Fino a ieri ottenere la qualifica SEU per i sistemi semplici di produzione e consumo comportava il riconoscimento di condizioni tariffarie agevolate sull’energia elettrica autoconsumata, limitatamente alle parti variabili degli oneri generali di sistema. Vantaggi che si traducevano in corposi tagli nelle bollette. Stando alle dichiarazioni del sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico, Antonello Giacomelli, “questo assetto particolarmente vantaggioso è destinato probabilmente a cambiare”.

 

Oneri di Sistema, quanto si risparmia oggi con i SEU

L’affermazione arriva dalla risposta all’interrogazione presentata la scorsa estate dai Senatori pentastellati Girotto e Castaldi in merito alla spinosa questione dei sistemi di distribuzione chiusi (SDC) ovvero sistemi che distribuiscono energia elettrica all’interno di un sito industriale, commerciale o di servizi condivisi geograficamente limitati. Nella risposta orale, Giacomelli ricorda come per i SEU i corrispettivi tariffari a copertura degli oneri generali di sistema siano applicati sostanzialmente all’energia elettrica prelevata sul punto di connessione alla rete pubblica e non anche a quella direttamente fornita dall’impianto di generazione all’unità di consumo(anche perché direttamente connessi tra loro mediante un collegamento privato senza obbligo di connessione a terzi). Oggi su questa energia, vi è un “risparmio” sul pagamento di oneri stimato in circa 60 €/MWh.

 

Cosa potrebbe cambiare dal 2019

Notare bene la parola “oggi” perché a breve potrebbe non essere più così. Infatti secondo il sottosegretario, le Linee guida comunitarie in materia di aiuti di Stato a favore dell’ambiente e dell’energia 2014-2020 porterebbero a concludere che “in via generale, gli oneri diversi da quelli destinati all’incentivazione delle fonti energetiche rinnovabili (dunque, ciò che è diverso dalla attuale componente A3, per la sola quota riferita al sostegno delle rinnovabili) debbano essere pagati interamente da tutti i consumatori”. In base alle indicazione della UE, continua Giacomelli, l’unica riduzione sugli oneri per l’incentivazioni delle rinnovabili sarebbe permessa alle imprese dei settori manifatturieri a elevata intensità elettrica ed esposte alla concorrenza internazionale. Tale regola generale troverebbe applicazione dall’entrata in vigore delle sopracitate Linee guida, ovvero dal 1° luglio 2014.
tuttavia per il periodo fino al 2018, è previsto, in via transitoria, che le imprese che non ricadono nella categoria su citata e che hanno pagato e pagano in misura ridotta, possano continuare a godere del beneficio a patto di incrementare il contributo al finanziamento delle fonti rinnovabili per giungere, alla fine del 2018, al 20 per cento di quanto pagato dall’analoga impresa che non ha benefici, fermo restando l’incremento al 100 per cento a partire dal 2019.

 

Pertanto, ritiene che sarà effettivamente necessario modificare l’attuale legislazione nazionale per stabilire, con la gradualità consentita, anche per le attuali configurazioni previste dalla legge, un regime coerente con i nuovi indirizzi europei.

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