Legambiente lancia l’allarme: le prospettive per le green nergy italiane nel 2015 sono pessime. L’associazione chiede al Governo di liberare l'autoproduzione
(Rinnovabili.it) – Le energie rinnovabili italiane hanno portato grandi risultati in questi anni: le potenzialità messe a frutto sul territorio nazionale hanno fatto sì che solo nel 2014 le fonti alternative siano state in grado di garantire oltre il 38% dei consumi elettrici italiani. Peccato che negli stessi anni il settore abbia su fotovoltaico ed eolico installati nel BelPaese sono crollati, passando dai 10.663 MW del 2011 ai 733 nel 2014. I numeri sono quelli presentata da Legambiente nel report Stop alle rinnovabili in Italia. Il documento presentato in anteprima in occasione al Forum QualEnergia?, presenta dati inediti e prospetta, in mancanza di misure correttive, un futuro per le green energy abbastanza tetro.
Mentre la politica nazionale virava sempre più sulle fonti fossili, con sistematicità i Governi Monti, Letta e Renzi sono intervenuti per ridurre drasticamente le possibilità di investimento nelle fonti energetiche pulite. Per il fotovoltaico sono stati cancellati nel 2013 gli incentivi in conto energia, mentre per le altre fer i tagli sono cominciati addirittura un anno prima. E alla solita litania del “gli incentivi alle rinnovabili vanno tagliati perché alzano il costo delle bollette”, Legambiente risponde in maniera precisa: dal 2003 ad oggi le bollette sono cresciute del 52%, va segnalato che la vera crescita è avvenuta prima dell’ingresso delle green energy (ossia fino al 2008 e per la crescita della componente energia), e il peso delle vere rinnovabili (eliminando dunque la voce delle cosiddette assimilate) rappresenta solo il 14,7% della spesa delle famiglie e ha portato vantaggi ambientali e di riduzione del prezzo dell’energia.
“Nel 2014 le fonti rinnovabili hanno garantito oltre il 38% dei consumi elettrici, con un balzo impressionante rispetto a dieci anni prima, quando eravamo al 15,4% – ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini -. Nel solare vantiamo addirittura un record mondiale di produzione rispetto ai consumi complessivi. Eppure, invece di esaltare questo successo che testimonia l’affidabilità di queste tecnologie, e di promuoverle in modo da diminuire la nostra dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti, si è scelto di porre un blocco. A motivare questa scelta è l’impatto che le rinnovabili hanno avuto sulla produzione elettrica italiana, che è stato tale da determinare, assieme alla riduzione dei consumi dovuti alla crisi economica e all’aumento dell’efficienza, la crisi delle vecchie e inquinanti centrali termoelettriche, portando alla chiusura di decine di impianti. Invece di sfruttare positivamente questo dato, il Governo Renzi e l’Autorità per l’energia si sono mosse solo per salvare il vecchio sistema, ancorato su alcuni grandi gruppi e centrali da fonti fossili”.
Per questo Legambiente chiede al Governo di guardare finalmente al futuro dell’energia e di prendere in carico sul serio la grande questione climatica con scelte semplici e coerenti con le politiche europee – l’Italia dovrà presentare un piano per ridurre le emissioni di CO2 del 40% al 2030 -, e urgenti perché la situazione climatica non consente rinvii: occorre bloccare i sussidi alle fossili; liberare l’autoproduzione da rinnovabili; semplificare l’installazione delle fonti rinnovabili e sbloccare l’efficienza energetica.