(Rinnovabili.it) – A soli due giorni dalla pubblicazione del Pacchetto Energia della Commissione Europea, l’Agenzia comunitaria dell’Ambiente AEA pubblica gli ultimi aggiornamenti sui consumi di rinnovabili all’interno dei Ventotto. Gli stati membri hanno aumentato la quota “verde” di energia nel loro mix, in linea con quanto richiesto dal precedente Pacchetto, il “20-20-20”. Oggi usano più fonti rinnovabili e i consumi energetici sono calati, a parte la piccola crescita registrata nel 2015.
Lo scorso anno, le green energy hanno coperto a livello del Blocco il 16,4% dei consumi finali lordi di energia, in crescita di 0,4 punti dal 2014 e distanti solo 3,7 punti dall’obiettivo 2020.
“La nostra relazione ‘Tendenze e proiezioni in Europa 2016′ dimostra che i target 2020 dell’UE in materia di energia e clima sono ora a portata di mano. Ma alcune tendenze sono allarmanti, in particolare nel trasporto”, ha detto Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’AEA. “In questo settore, l’uso delle energie rinnovabili rimane insufficiente e le emissioni di gas a effetto serra sono di nuovo in aumento”.
Ventidue Stati membri, Italia compresa, sono sulla buona strada per raggiungere o superare i livelli di energia rinnovabile impostati nei loro piani d’azione nazionali. Fuori rimangono Francia, Irlanda, Malta, Paesi Bassi, Polonia e Portogallo. Il bel paese per ora continua ad essere in traiettoria, con un 17,14% di rinnovabili nei consumi. Ovvero 4 punti percentuali in più rispetto all’obiettivo 2020.
Se nel complesso i Ventotto sono la linea con la meta, l’AEA avverte però che man mano che il 2020 si avvicina le traiettorie di crescita si fanno più ripide e richiedono lo sviluppo di progetti più costosi e l’eliminazione delle barriere di mercato che ancora persistono. Ecco perché raggiungere quel 27% di fonti rinnovabili nei consumi finali lordi, potrebbe essere un’impresa disperata in assenza di sforzi maggiori.
Mantenere l’attuale ritmo di distribuzione delle energie rinnovabili è fondamentale, tuttavia ricorda l’Agenzia ambientale, la crescita ottenuta fin’ora è merito delle condizioni favorevoli del passato. Ora le modifiche normative approvate in diversi Stai membri (vedi l’Italia con lo Spalma Incentivi) hanno minato la fiducia degli investitori, frammentato il mercato e reso più difficile l’accesso ai nuovi entranti.