I mercati di Francia, Belgio, Svezia, Irlanda, Norvegia e Finlandia tornano a respirare con nuovi programmi dedicati alle fonti rinnovabili
(Rinnovabili.it) – L’Europa non è più la regina indiscussa delle fonti rinnovabili. Ha perso lo scettro ormai da un paio di anni, scavalcata da economie emergenti sempre più attraenti e disponibili per gli investitori.
Il cambio di rotta sul fronte energetico, le incertezze politiche, i provvedimenti retroattivi dei Paesi europei (Italia in primis) hanno soffocato il settore delle green energy, togliendo appeal finanziario. “I mercati europei sembrano aver ridimensionato le loro ambizioni nel momento in cui hanno dovuto affrontare la sfida di integrare le rinnovabili con la convenzionale produzione di energia centralizzata”, afferma la società di consulenza EY (ex Ernest & Young).
Ma anziché classificare il trend come l’inizio di una lunga e dolorosa discesa per l’Europa, EY lo inquadra in momento più ampio di trasformazione. Nella sua pubblicazione biennale Renewable Energy Country Attractiveness Index (RECAI) la società punta la lente sui primi fenomeni di ripresa. Mentre il Regno Unito continua a perdere terreno sulla scia della Brexit e della chiusura del Dipartimento Energia e Cambiamenti climatici, altri stati, come Francia, Belgio, Svezia, Irlanda, Norvegia e Finlandia, si sono date una nuova chance grazie a una raffica di nuovi programmi “rinnovabili”.
“I paesi europei non hanno la flessibilità che esiste nei mercati emergenti nel trasformare le loro industrie energetiche”, spiega Ben Warren, tra gli analisti autori del RECAI . “Il loro più grande ostacolo è l’integrazione delle energie rinnovabili nella produzione energetica centralizzata. Di conseguenza abbiamo iniziato ad assistere ad un ridimensionamento delle loro iniziali ambizioni, ma, negli ultimi mesi, si stanno materializzando in tutto il continente nuovi e promettenti programmi”.
Si pensi alla Francia, decisa a scalare la classifica mondiale delle green energy con un piano nazionale che mira a istallare 10 GW di nuova capacità fotovoltaica da qui al 2018. Un salto ambizioso che premia anche l’innovazione, come dimostra l’obiettivo di pavimentare almeno 1.000 km di strade del paese con pannelli solari.
Il rapporto si concentra soprattutto su un aspetto del mercato in cui l’Europa ancora primeggia: i green bond, o più semplicemente le obbligazioni verdi. Sotto questo appellativo sono classificate oggi le obbligazioni legate a investimenti nell’energia pulita. Parliamo di un giro d’affari di oltre i 118 miliardi di dollari secondo le stime ufficiali.
“Il mercato obbligazionario verde sta permettendo a imprese, banche e istituzioni finanziarie di attingere all’enorme domanda degli investitori per i progetti di energia pulita”, ha aggiunto Warren.
Secondo le stime di EY, l’Europa con 54,9 miliardi di dollari in green bond emessi dal 2007 a oggi domina la classifica. Segue il Nord con solo 19,8 miliardi e quindi l’Asia con 4,5 miliardi.