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Rinnovabili, coprono 1/3 dei consumi italiani costando sempre meno

Le tecnologie rinnovabili hanno raggiunto il tipping point

Rinnovabili, coprono 1/3 dei consumi italiani costando sempre meno

(Rinnovabili.it) – Giro di boa per gli oneri delle rinnovabili nella bolletta elettrica degli italiani. L’ultimo report pubblicato dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) entra nel dettaglio del fabbisogno economico e del gettito della componente A3, rivelando: a partire da quest’anno è attesa una graduale riduzione degli oneri. Per il 2017, le stime riportano un probabile taglio di 12,6 miliardi di euro, principalmente a seguito della conclusione dell’iter di ritiro dei Certificati Verdi. E ulteriori riduzioni del fabbisogno A3 sono attese anche per il 2018 e il 2019 grazie alla conclusione del periodo di incentivazione di diversi impianti.

 

Mentre quindi si alleggerisce la bolletta elettrica italiana, si mantiene costante l’apporto delle energie rinnovabili sui consumi elettrici. Lo scorso anno fotovoltaico, eolico e le altre green energy hanno coperto circa un terzo dei consumi elettrici totali. Per ogni 10 kWh consumati quindi, più di tre sono stati prodotti dalle fonti rinnovabili, per un totale di quasi 106 TWh. Come metro di paragone, è come se avessimo alimento ad energia pulita cinque regioni grandi più o meno come il Lazio. E se nel calcolo si inseriscono anche i dati riferiti a settore termico e trasporti, salta subito all’occhio come gli oltre 700 mila impianti italiani a fonti alternative abbiano superato il target europeo al 2020, coprendo il 17,6% dei consumi finali lordi.

 

Alcune precisazioni però sono d’obbligo: le stime preliminari elaborate dal GSE sul 2016 indicano una contrazione complessiva della produzione elettrica da rinnovabili di circa 3 TWh rispetto al 2015, legata ad un calo in quasi tutti i settori ad esclusione di quello delle bioenergie. Un trend che appare ancora più deciso se si guarda ai dati del 2014: in quell’anno la produzione delle fer elettriche ha superato addirittura i 12 TWh.

Per quanto riguarda invece il settore termico, i consumi finali di energia da fonti rinnovabili calcolati dal GSE per il 2016 ammontano in via provvisoria a circa 10,4 Mtep, leggermente in calo rispetto all’anno precedente. La fonte rinnovabile maggiormente utilizzata lo scorso anno è costituita dalle bioenergie (circa 7,5 Mtep) e in particolare dalle biomasse solide consumate per riscaldamento nel settore residenziale (legna da ardere e pellet).

 

Un altro dato interessante è quello inerente la spesa pubblica: il Gestore dei Servizi Energetici ha erogato 15,9 miliardi di euro di incentivi, recuperando 1,5 miliardi di euro dalla vendita di energia ritirata, per un netto di incentivi in bolletta di 14,4 miliardi di euro. “Con il Rapporto il GSE rende conto in modo trasparente alle Istituzioni e agli italiani di come vengano investite le risorse pubbliche nel settore delle sostenibilità ambientale”, ha sottolineato il Presidente Francesco Sperandini, ribadendo la volontà del GSE “di porsi come ponte per le nuove generazioni, in modo tale che queste possano godere anche in futuro di risorse dell’ambiente in quantità e qualità analoghe o superiori a quelle di cui noi oggi godiamo”.

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