L'intero fabbisogno energetico della prefettura sarà soddisfatto attraverso geotermia, biomasse, eolico e solare entro il 2040
La rinascita di Fukushima passa per sole e vento
(Rinnovabili.it) – La rinascita di Fukushima passerà per le energie rinnovabili. Lo ha annunciato in questi giorni il governo locale presentando una tabella di marcia per la trasformazione energetica da qui al 2040. L’obiettivo? Implementare nuova capacità verde e riuscire a soddisfare l’intero fabbisogno elettrico della prefettura, completamente stravolta dopo lo tsunami del 2011 e il conseguente disastro della centrale nucleare. In realtà i lavori per costruire una solida base di energia pulita erano già iniziati alcuni anni dopo l’incidente ai reattori. Oggi la zona ha installato 1,5 GW di rinnovabili – un mix composto da eolico, biomasse, solare, geotermia e idroelettrico – vale a dire ben 1,1 GW in più rispetto al dato del 2012.
Il piano, secondo quanto anticipato dalla Nikkei Asian Review, prevede di sviluppare undici nuove centrali fotovoltaiche e dieci parchi eolici, concentrandosi su aree montuose e zone agricole che, a causa della contaminazione radioattiva, non possono essere più coltivate. Secondo quanto riferito dal ministro dell’energia di Fukushima, Masashi Takeuchi, il primo progetto sarà probabilmente una fattoria solare da 20 MW nella città di Minamisoma, nella parte settentrionale della prefettura.
Ma non si tratta solo di autosufficienza: il governo vuole che Fukushina rinasca come un vero e proprio hub regionale di energie rinnovabili, fornendo elettricità anche alla grande area metropolitana di Tokyo. Ed entro il 2030 dovrebbe poterfornire il 13-14 percento del mix elettrico giapponese.
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In questo senso, la prefettura ha firmato specifici protocolli d’intesa con il Ministero dell’Ambiente dello stato del Nord Reno-Westfalia (NRW) e l’Ambasciata di Danimarca in Giappone per cooperare nel campo delle green energy e del risparmio energetico. Riuscire nell’intento significherà per il Paese sborsare circa 2,75 miliardi fino al 2024. La Development Bank of Japan di proprietà del governo e il finanziatore privato Mizuho Bank fanno parte di un gruppo di finanziatori che hanno preparato una linea di credito per sostenere parte del costo di costruzione degli impianti.
Tuttavia per il territorio il ritorno alla normalità è un percorso ancora tutto in salita. E non solo perché sta quotidianamente lottando con problemi aperti, legati all’accumulo delle acque contaminate, alla bonifica della centrale e delle zone limitrofe e al reinsediamento delle decine di migliaia di sfollati. A metà ottobre di quest’anno, il tifone Hagibis ha dato alla regione quello che in molti considerano il colpo di grazia: fiumi esondati, comunità sommerse, infrastrutture distrutte e 25 vittime solo in quest’area. Un ulteriore colpo che rende il percorso di rinascita di Fukushima sempre più fragile e, con il progressivo intensificarsi dei fenomeni climatici estremi, sempre più incerto.
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