(Rinnovabili.it) – Arriva dal National Renewable Energy Laboratory (NREL), il centro ricerche del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, e dal Rocky Mountain Institute (RMI) il percorso da seguire per ridurre drasticamente, entro il 2020, la spesa per un impianto fotovoltaico. La preziosa ricetta è contenuta nel nuovo rapporto “Non-Hardware (‘Soft’) Cost-Reduction Roadmap for Residential and Small Commercial Solar Photovoltaics, 2013–2020”, documento che traccia la strategia necessaria per raggiungere gli obiettivi fissati dall’iniziativa del governo americano SunShot; l’Amministrazione Obama attraverso il DoE sta infatti tentando di portare i prezzi dei sistemi fotovoltaici residenziali dagli attuali 2,52 $/W a 0.65 $ /W e a soli 0,44 $ / W nel caso di piccole imprese.
I costi “non hardware” o costi di software, citati nel titolo del documento, riguardano tutti gli aspetti che non hanno nulla a che fare con la tecnologia, ovvero l’autorizzazione, l’ispezione, l’interconnessione, il sovraccarico, il lavoro di installazione, l’acquisizione di nuovi clienti, e il finanziamento. La relazione rileva che alcuni di questi fattori, spesso classificati come costi indiretti, potrebbero non sembrare significativi se misurati in termini di dollari per watt, ma possiedono in realtà un costo rilevante in quanto rappresentano significative barriere di mercato che rallentano la crescita della tecnologia fotovoltaica. “I costi di software rappresentano oltre il 50% del costo totale nel solare residenziale”, ha spiegato Jon Creyts, direttore del programma a Rocky Mountain Institute. “Nonostante la forte riduzione, negli ultimi anni, del prezzo della tecnologia (hardware), quello legato al non-hardware è rimasto alto. Dobbiamo lavorare per ridurlo e raggiungere l’obiettivo fissato dall’iniziativa SunShot”. La tabella di marcia del NREL fornisce una serie di metodi di riferimento testati e adattati per il fotovoltaico e l’industria dei semiconduttori, e offre una dettagliata analisi di mercato condotta da esperti del settore.