Rinnovabili

RAI: Energia verde al servizio dell’Agricoltura

Nonostante sul V Conto Energia non si sia ancora raggiunto un accordo soddisfacente, il mercato delle rinnovabili nel nostro Paese procede la sua marcia, con qualche difficoltà iniziale, ma grande soddisfazione finale. “Le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica sono alla base della corsa del nostro Paese contro le emissioni di gas climalteranti”, esordisce così Mauro Spagnolo direttore di Rinnovabili.it, durante la puntata di oggi della trasmissione RAI UnoMattina, sottolineando l’importanza di questo settore, protagonista positivo dello scorso anno. Nel solo 2011 infatti il 14% della produzione energetica nazionale è stata prodotta grazie a fonti rinnovabili e di questa percentuale oltre il 26% è stata destinata alla produzione di energia elettrica: un capitolo da non sottovalutare, soprattutto in considerazione dei continui rincari sulle bollette e dell’aumento dei livelli d’inquinamento.

Se prima avevo paura del buio oggi ho paura della luce!“, afferma ironicamente l’attore Diego Parassola, ospite della trasmissione accanto a Mauro Spagnolo e protagonista dello spettacolo teatrale Che BIO ce la mandi buona, una rilettura in chiave comica del mondo delle rinnovabili. Un settore in continua crescita dunque e che ha riscosso interessa a 360°, arrivando a coinvolgere settori prima lontani da questo mondo.

E’ questo il caso del comparto agricolo, dove le energie rinnovabili si sono affermate a grande richiesta e con grandi risultati: “Un matrimonio indispensabile per le strategie future del nostro Paese“, prosegue Mauro Spagnolo, mostrando in trasmissione l’esito tecnologico di questo interessante connubio tra agricoltura e rinnovabili. Si tratta di due differenti applicazioni che incrementano il settore agricolo permettendogli di raggiungere una produttività anche dal punto di vista energetico.

CAMPI PIU’ VERDI GRAZIE ALL’AGROVOLTAICO

Un felice esito di queste teorie è stato messo in pratica in Toscana, dove l’imprenditore Andrea Pannocchieschi d’Elci ha sfruttato le tecnologie fotovoltaiche per la produzione agricola intensiva, guadagnando in termini ambientali ed economici. La prima applicazione di questo progetto vede 22.000 mq di serre coperte al 33% da pannelli fotovoltaici, affiancate da un impianto geotermico che garantisce la temperatura ottimale agli spazi interni, senza costi aggiuntivi e semplicemente sfruttando l’energia della terra. A pochi chilometri di distanza, lo stesso imprenditore ha realizzato un altro interessante esempio di convivenza tra fotovoltaico ed agricoltura, sostituendo ad un campo di 22 mila mq prima destinato alla produzione di grano duro, con una “campo fotovoltaico”. Questa scelta gli ha permesso di raggiungere una produttività di 1 MW, resa possibile dai 7.000 mq di pannelli fotovoltaici, in grado di coprire i fabbisogni energetici di 600 famiglie senza alcuna emissione nociva. Visibile solo da 7 km di distanza e mascherato dalla rigogliosa vegetazione della zona, questo campo fotovoltaico è stato oggetto di numerosi studi preliminari per determinare il luogo in cui inserirlo, mettendo in evidenza un problema ancora in discussione che accusa questi campi fotovoltaici dalle grandi estensioni, di avere un eccessivo impatto ambientale e di sottrarre terreno all’agricoltura.

Se il dibattito sull’agrovoltaico è ancora acceso, le soluzioni esistono già. E’ il caso dell’impianto presentato da Mauro Spagnolo durante la trasmissione e prodotto dalla ditta Rem -Revolution Energy Maker, dove i pannelli fotovoltaici sono “sospesi” sopra i campi grazie ad una struttura di pali isolati, che consente al terreno sottostante di essere coltivato senza interruzioni e nello stesso tempo produce energia pulita, grazie ai pannelli fotovoltaici ad inseguimento solare che ottimizzano al massimo l’apporto energetico.

“Casi come questo non devono rimanere isolati” prosegue Spagnolo, sottolineando che il livello di efficienza raggiunto ad esempio dalle “serre fotovoltaiche” prodotte da BioDefender del Gruppofor e mostrate in trasmissione, è di grande qualità, permettendo simultaneamente la produzione energetica, l’ombreggiamento degli ambienti interni grazie ai moduli orientabili e la “generazione di occupazione”. “In pochi infatti sanno che un impianto di questo tipo è in grado di generare da 6 a 10 posti di lavoro” un dettaglio tutt’altro che trascurabile nell’attualità politica del nostro Paese.

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