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PV LEGAL: le barriere ancora da rimuovere

(Rinnovabili.it) – Cosa stanno facendo gli Stati membri dell’Unione europea per ridurre gli ostacoli allo sviluppo del fotovoltaico? È questa la domanda a cui ha cercato di dare una risposta il progetto europeo PV LEGAL che, in un rapporto appena stilato, aggiorna la situazione delle procedure amministrative e burocratiche dei 12 Paesi sotto osservazione. I risultati emersi dal report sono piuttosto variegati. Da una parte sono stati osservati alcuni miglioramenti in Francia, Grecia, Germania, Paesi Bassi e Portogallo, grazie a sistemi di registrazione online e requisiti meno rigidi, che hanno contribuito a ridurre i tempi dei passaggi autorizzativi e di connessione degli impianti fotovoltaici.

Nel resto d’Europa, però, il quadro non è così brillante. Nel rovescio della medaglia, infatti, ci sono Spagna, Bulgaria e Regno Unito, nei quali la burocrazia è troppo onerosa (la metà dei costi di sviluppo di un progetto viene spesa per il rispetto delle norme e dei processi di connessione alla rete) e lunga (la media è di 89 settimane per l’installazione di un impianto commerciale su tetto). Per Reinhold Buttgereit, il Segretario Generale dell’European Photovoltaic Industry Association (EPIA), uno dei partner di PV LEGAL, il permanere di queste condizioni compromette il raggiungimento degli obiettivi da raggiungere entro il 2020 nè tanto meno lo sviluppo del fotovoltaico deve essere ostacolato da barriere amministrative.

La soluzione, dunque, sembra rintracciabile, oltre che nella semplificazione normativa, anche nel miglioramento del rapporto costo-efficacia degli investimenti, per far sì che il volume d’affari cresca e consenta alle autorità nazionali di ridurre i sostegni finanziari. PV LEGAL a fine febbraio finirà la sua missione per essere rimpiazzato a maggio 2012 da GRID PV, un nuovo progetto che continuerà il percorso fatto fin’ora, includendo nuovi attori, quali per esempio i gestori del sistema di distribuzione.

 

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