Piksol è un brevetto inventato nel 2008 da Drazach e poi implementato da Drazach & Suchy, un architetto e un ingegnere esperto di crittografia e software che hanno così sviluppato insieme i cosiddetti Shadow Casting Panels (SCP), ossia pannelli di proiezione di ombre. La tecnica SCP è fondata su un concetto molto semplice: ogni oggetto fisico proietta una determinata ombra propria, dipendente dalla forma dell’oggetto e dalla direzione e intensità della fonte luminosa. Attraverso un’accurata progettazione dell’oggetto e con condizioni di luce idonee, è possibile creare immagini dinamiche che cambiano continuamente il loro aspetto al cambiare del percorso solare e, quindi, dall’alba al tramonto.
Il Piksol o pixel solare è un piccolo oggetto che getta un’ombra su una superficie diventando così il pixel nero e, viceversa, le parti non in ombra diventano i pixel in bianco. Per creare questo effetto è necessario rasterizzate un’immagine, ossia convertite le immagini da bidimensionali a immagini raster, cioè codificate in pixel bianchi o neri. Per avere ulteriori effetti, si possono utilizzare materiali trasparenti, così da poter avere pixel grigi, o materiali colorati, ottenendo pixel colorati. Infine, il pannello Piksol può anche essere progettato in maniera tale da produrre due distinte immagini, una proveniente dal sole del mattino e una totalmente differente proveniente dal sole pomeridiano.
Questa tecnica sfrutta i limiti della percezione visiva dell’uomo. Infatti, l’occhio umano non riesce a distinguere nitidamente da lontano punti piccoli e numerosi, questi ci appaiono fusi in un’unica immagine e tale fusione avviene all’interno della retina dell’osservatore. Questo è lo stesso procedimento che viene utilizzato quando vengono stampate delle immagini su carta o riprodotte su un monitor.
La genialità di questo brevetto sta nell’aver inserito sopra ogni “portatore di ombra” una piccola cella fotovoltaica che raccoglie l’energia solare per convertirla in energia elettrica. Un osservatore in piedi di fronte ad una facciata decorata da Piksol non è in grado di notare le celle solari ma solo l’ombra riflessa che a sua volta creerà un’immagine. Da qui a pensare a scatole di montaggio contenente i piccoli pezzi di Piksol il passo è breve, piccole cellette fotovoltaiche da montare in un apposito supporto, da assemblare proprio come un puzzle. Oppure si potrebbe passare a pannelli fotovoltaici in edizione limitata sino ad arrivare a più esclusivi “fotovoltaici d’autore” ossia “quadri” creati da un artista o da un designer.
Questa non è altro che un’ulteriore evoluzione del Puntinismo, una tecnica pittorica dei primi dell’Ottocento, e della sua successiva evoluzione Pixel Art e Digital Art. La differenza è che qui non si utilizza più la punta di un pennello ma un software di grafica raster e dei piccoli pannelli fotovoltaici per darci illusioni ottiche che, nel frattempo, producono realmente energia elettrica.