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Pulizia pannelli solari, nuova sfida EGP per rivestimenti anti-sporcizia

Pulizia pannelli solari
Credits: Enel

Articolo in collaborazione con Enel

Pulizia pannelli solari, l’importanza dell’innovazione

(Rinnovabili.it) – Il naturale accumulo di particelle, organiche o minerali, sulla superficie dei moduli fotovoltaici influisce in maniera negativa sulla loro produzione elettrica. Ecco perché la pulizia dei pannelli solari è un’attività imprescindibile per qualsiasi tipo di impianto, da quelli più piccoli realizzati sui tetti cittadini a quelli di grande taglia installati ad esempio nei deserti. Ma lavare periodicamente i pannelli può essere una pratica particolarmente dispendiosa, soprattutto in caso di grandi impianti remoti. Ecco perché oggi c’è chi sta studiando nuovi rivestimenti anti-sporcizia da applicare al fotovoltaico. Pellicole, spray e film “repellenti” capaci di allontanare passivamente polvere, terra o sabbia. Parliamo di Enel Green Power che attraverso la piattaforma di crowdsourcing Open Innovability® ha lanciato una nuova sfida agli innovatori: realizzare innovative soluzioni di “cleaning coating” (rivestimento autopulente) efficaci, economiche, durevoli e sostenibili

Effetto soiling nel fotovoltaico, cos’è e perché è un problema?

Il termine “effetto soiling” viene usato per indicare il deposito di sabbia, polvere, polline, fuliggine, neve, aerosol e altri contaminanti sulla superficie del modulo fotovoltaico. La sporcizia depositata sul pannello è in grado di assorbire, riflettere e disperdere parte dell’irraggiamento in quanto riduce la quantità di luce che raggiunge le celle solari e di conseguenza la produzione. Valutare con precisione le perdite dovute all’effetto soiling non è facile perché ovviamente si tratta di un problema sito-specifico, fortemente legato al clima locale. In località temperate con precipitazioni moderate, l’accumulo di sporcizia potrebbe ridurre del 5% la produzione elettrica in un anno.

In condizioni aride e desertiche, a causa degli agli alti livelli di polvere, l’impatto è inevitabilmente maggiore e può arrivare anche ad un meno 40% all’anno (dati IEA-PVPS) senza adeguati interventi di pulizia dei pannelli solari.

Pulizia pannelli solari, l’approccio passivo 

Una delle soluzioni più pratiche e rapide al problema consiste nel seguire il detto “Prevenire è meglio che curare”. Rientrano in questo approccio speciali trattamenti e rivestimenti autopulenti direttamente applicati alle superfici dei moduli per aiutarli a respingere la sporcizia in maniera passiva. Tuttavia, le attuali tecnologie di cleaning coating devono affrontare ancora diverse sfide, a cominciare dalla loro applicazione. Per ottenere i risultati migliori, oggi i rivestimenti anti-sporcizia vengono applicati sul modulo direttamente durante il processo di fabbricazione. Difficilmente, però, una produzione standard può adeguarsi alle caratteristiche sito-specifiche dell’effetto soiling. In altre parole al momento risulta arduo trovare un’applicazione del prodotto che soddisfi le esigenze di centrali solari operative. Non solo. Le tecnologie di rivestimento disponibili vanno ri-applicate più volte nel corso della vita dell’impianto, alcune anche una volta l’anno, pertanto spesso i loro costi sono superiori ai benefici apportati. Senza contare che non risultano disponibili dati comprovati su controlli e rapporti esterni relativi agli effetti del rivestimento nel tempo.

Rivestimenti anti-sporcizia innovativi, la sfida di EGP

Enel Green Power ha lanciato una nuova challenge attraverso Open Innovability®, alla ricerca di soluzioni efficienti, sostenibili, durevoli ed economiche per mantenere puliti i pannelli solari. La sfida cerca proposte che forniscano rivestimenti da applicare direttamente negli impianti fotovoltaici già operativi, ovviamente attraverso personale formato e istruito ad hoc. L’obiettivo? Evitare o ridurre fortemente la deposizione dello sporco, compresi i piccoli frammenti di terra, le deiezioni animali, le polveri atmosferiche, e idealmente anche neve e ghiaccio sui moduli fotovoltaici. Se possibile, la soluzione dovrebbe eliminare completamente la necessità di pulire i pannelli solari manualmente o con robot. O, in ogni caso, ridurre al minimo i costi di pulizia. 

Per partecipare alla Challenge le proposte dovranno rispettare specifici requisiti, mostrando d’essere in primo luogo efficaci ma anche sicure e durature (l’effetto anti-sporcizia deve essere garantito almeno per 5 anni). Inoltre, è necessario che i rivestimenti siano facili da applicare, trasparenti, efficaci in termini di costi e sostenibili. In altre parole, la soluzione deve essere priva di effetti negativi per l’ambiente ed è benvenuta la presenza di indicatori dell’economia circolare.

Per partecipare alla Challenge c’è tempo fino all’11 settembre 2023. Enel valuterà le proposte pervenute sulla base della fattibilità tecnica e scientifica, il potenziale economico e quello di business, il grado di innovazione e il livello di maturità. Al vincitore la possibilità di collaborare con Enel per trasformare il progetto in realtà. La challenge contribuirà alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) definiti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In particolare, offrirà uno strumento per l’SDG 7Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni” e per l’SDG 9Innovazione e infrastrutture: costruire infrastrutture solide, promuovere l’industrializzazione inclusiva e sostenibile e favorire l’innovazione”.

Qui le informazioni per prendere parte alla challenge.

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