La produzione rinnovabile europea ha raggiunto 32,3% del mix elettrico UE
(Rinnovabili.it) – La produzione rinnovabile europea ha finalmente superato quella legata al carbone. Il 2018 è stato l’anno ufficiale del soprapasso: mentre le fer crescevano del 2%, il carburante fossile perdeva terreno arrivando al 31 dicembre con un vistoso meno 6% sul fronte della produzione. Il risultato? L’energia pulita oggi fornisce il 32,3% del mix elettrico europeo contro un 30% del carbone. A rivelarlo è The European Power Sector in 2018 (pdf in inglese), il rapporto annuale stilato da Agora Energiewende e sandbag. Giunto alla quinta edizione, il documento fa le pulci al comparto elettrico europeo attraverso trend e previsioni a breve termine. Il quadro complessivo che ne esce, conferma il rapido declino del carbon fossile nella produzione di elettricità nella maggior parte dei Paesi europei.
Tuttavia, i dati richiedono una puntualizzazione “Questa è la storia di due carboni – spiega Dave Jones, analista di sandbag – la maggior parte del calo proviene dall’antracite (il cosiddetto hard coal) e non dalla lignite”, combustibile più sporco e ancora profondamente radicato nel sistema elettrico.
Nonostante ciò, l’evoluzione del settore è innegabile. Sotto la spinta delle aste al ribasso, degli aumentati prezzi della CO2 e dell’LCOE fossile in crescita, eolico e fotovoltaico possono oggi competere con i tradizionali impianti termoelettrici. Le ultime aste rinnovabili della Germania offrono un chiaro esempio: le gare si sono chiuse con offerte tra 45 e 60 euro per MWh, il che significa che il costo dell’elettricità rinnovabile è ora simile o addirittura inferiore ai prezzi dell’elettricità all’ingrosso in molti paesi.
La convenienza economica, unitamente ai nuovi impegni verdi degli Stati membri (leggi anche Il Mise pubblica la proposta di Piano nazionale energia e clima 2030), ha fornito una potente leva alla produzione rinnovabile europea. Solo sul fronte solare, la nuova capacità fotovoltaica è aumentata di oltre il 60% a quasi 10 GW nel 2018 e, secondo gli analisti, potrebbero triplicare a 30 GW entro il 2022.
Secondo il report, i paesi con le maggiori crescite sul fronte fer sono anche quelli che hanno registrato i maggiori nel settore del carbone, mettendo in discussione l’idea che le nazioni debbano rivolgersi obbligatoriamente al gas come combustibile di transizione. “In soli sei anni –ha aggiunto Jones -, tra il 2012 e il 2018, le emissioni annue di CO2 dell’Europa dalle centrali a carbone sono diminuite di 250 milioni di tonnellate senza aumentare quelle legate alla produzione di energia con il gas naturale”.
>>leggi anche Rinnovabili e contratti PPA aziendali: un successo annunciato<<