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Il progetto ESA per produrre energia solare in orbita

produrre energia solare in orbita
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Produrre energia solare in orbita, a che punto siamo?

(Rinnovabili.it) – L’idea di produrre energia solare nello spazio ha ormai quasi un secolo alle spalle. Ma negli anni ’70 si è iniziato a fare sul serio, realizzando i primi concept ingegneristici. E oggi il fotovoltaico non solo alimenta la maggior parte delle applicazioni spaziali, ma rappresenta anche una soluzione interessante per le nuove frontiere dell’energia. L’Agenzia Spaziale Europea sta da tempo lavorando sulla possibilità di raccogliere l’energia solare in orbita – dove la luce è fino a 11 volte più intensa – per trasmetterla a terra. 

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D’altra parte la possibilità di realizzare centrali fotovoltaiche orbitanti, in funzione 24 ore su 24, darebbe nuovo valore alla generazione di energia pulita. Tuttavia, nonostante i grandi miglioramenti tecnologici raggiunti in questo campo, il percorso è ancora all’inizio, come spiega Leopold Summerer, capo del team Advanced Concepts and Studies dell’ESA. “Stiamo studiando i satelliti per l’energia solare insieme alla NASA e alle agenzie spaziali giapponese e cinese da quando sono emersi i primi concetti ingegneristici. Ad ogni iterazione ci avviciniamo un po’ di più“, ha sottolineato Summerer sul sito dell’Agenzia europea. “Pensiamo che sia giunto il momento di sfruttare l’ingegnosità delle comunità di ingegneri per spingere le tecnologie chiave che lo renderebbero una realtà, in linea con le raccomandazioni sull’argomento dell’Accademia Internazionale di Astronautica”.

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Per raccogliere nuovi progetti e idee l’ESA ha lanciato, tramite il suo Discovery & Preparation, la piattaforma per l’innovazione nello spazio aperto. Lo strumento ha finanziato, tra le altre cose, un progetto dedicato alla realizzazione di speciali satelliti a energia solare, che diventerebbero le strutture più grandi mai costruite nello spazio. L’iniziativa è condotta da Frazer-Nash Consultancy che si occuperà della costruzione modulare dei satelliti, per renderli facilmente disassemblabili e riciclabili una volta giunti a fine vita.

Ma la vera sfida non sarà produrre energia solare in orbita quanto riuscire a trasmettere la stessa a terra attraverso sistemi wireless che ne garantiscano la piena sicurezza e zero perdite. 

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