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In Arizona il prezzo dell’energia fotovoltaica è vicino ai 2 cent

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Photo by Central Arizona Project

 

Nuovo PPA da record in Arizona con un prezzo dell’energia fotovoltaica sotto i 2,50 cent il kWh

(Rinnovabili.it) – Anche negli Stati Uniti i contratti PPA (Power Purchase Agreement) stanno facendo la storia delle rinnovabili. L’ultimo a essere approvato è quello tra il distretto per la conservazione idrica dell’Arizona e lo sviluppatore AZ Solar1 e ha per protagonista il Central Arizona Project (CAP), il più grande e costoso sistema di acquedotti mai costruito negli Stati Uniti. L’infrastruttura, che fornisce oggi acqua a 5 milioni di americani, soddisfa il suo fabbisogno elettrico grazie alla gigantesca centrale a carbone Navajo Generating Station. Tuttavia, l’impianto termoelettrico è ormai prossimo all’arresto (la chiusura è programmata per il 2019) e i gestori del CAP sono alla ricerca di altre forniture energetiche. Una di queste è quella offerta dalla AZ Solar1 e dal nuovo impianto fotovoltaico da 30 MW realizzato nello Stato, che a regime dovrebbe coprire circa il 21 per cento della domanda dell’acquedotto.

 

L’aspetto più interessante dell’accordo è il prezzo al quale sarà fornita l’energia fotovoltaica: il contratto PPA prevede infatti, a partire dal 31 dicembre 2020, un prezzo fisso per i prossimi 20 anni di 2,49 cent per kWh, il più basso mai offerto negli Stati Uniti per l’energia fotovoltaica. L’impianto di carbone sta attualmente erogando elettricità a 5 centesimi il kWh, il doppio del costo unitario del nuovo progetto solare.

“Stiamo costantemente assistendo a prezzi di PPA solari su scala utility inferiore a 30 dollari per MWh”, commenta l’analista di GTM Research, Colin Smith“Anche se questa (offerta) è aggressiva, è in linea con le nostre aspettative sugli andamenti dei prezzi dei PPA”.

 

Va sottolineato, tuttavia, che l’approvazione del contratto con AZ Solar 1, non è garanzia dell’entrata in essere dello stesso. La centrale termoelettrica è al centro di una disputa che vede coinvolte anche le tribù Navajo locali, che oggi ottengono entrate importanti dal sito sia per averlo ospitato nelle proprie terre sia per i posti di lavoro connessi. I leader indigeni e l’United Mine Workers of America hanno recentemente intentato un’azione legale contro il Distretto. La richiesta? Che l’acquedotto CAP continui ad approvvigionarsi dalla Navajo Generating Station, qualora ci sia un acquirente disposto a comprare e mantenere in funzione la centrale.

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