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Fotovoltaico: Prezzi del polisilicio in picchiata, l’industria boccheggia

La disparità tra offerta e domanda aumenterà la concorrenza tra il 2017 e il 2018, spazzando via dal mercato i produttori più deboli

Fotovoltaico: Prezzi del polisilicio in picchiata, l’industria boccheggia

 

(Rinnovabili.it) – Il mercato del fotovoltaico non ce la fa ad assorbire la crescente offerta a livello mondiale. Con la Cina che prende fiato nella sua corsa solare e l’Europa che indietreggia vistosamente, per l’industria di settore si prospettano tempi difficili, e non solo per i fabbricanti di celle e moduli. L’eccesso di capacità secondo la Bernreuter Research potrebbe mettere in ginocchio parecchie aziende di polisilicio a partire dal 2018. L’anno è quello in cui si prospetta che i prezzi di vendita del semiconduttore raggiungano un minimo storico, finendo addirittura sotto i livelli dei cash cost (i costi di contabilità) dei produttori.

 

Nel nuovo documento “Polysilicon Market Reports with Unmatched Precision”, la società d’analisi mette in guardia contro l’accelerazione di trend i cui primi segnali d’allarme erano in realtà visibili fin dall’inizio del 2016.

 

“Il rallentamento della domanda da una parte e l’aumento di capacità di produzione dall’altra causerà turbolenze sul mercato del polisilicio”, ha osservato Johannes Bernreuter, capo della Bernreuter Research.

 

Secondo il rapporto Bernreuter, i prezzi del polisilico, o più precisamente quelli pattuiti nei contratti di compravendita con consegna immediata del bene (prezzi spot), dovrebbero passare dagli attuali 14 dollari al kg a meno di 12 dollari al kg nel 2018. Anche se il materiale ha diverse destinazioni commerciali, il vistoso calo è da ricollegare prettamente alla diminuzione della domanda fotovoltaica, il cui settore oggi impiega il 90% del silicio prodotto a livello mondiale.

 

A gennaio 2016 è arrivato il primo record negativo nei prezzi spot, ribasso ottenuto dal passaggio della produzione mondiale di silicio policristallino dalle 313.000 MT del 2014 alle 363.000 MT nel 2015. Ma all’inizio di quest’anno, il boom di istallazioni cinesi (8 GW in meno di sei mesi) ha controbilanciato gli effetti, salvando l’industria. Nel futuro a breve termine la situazione non avrà altri potenti ammortizzatori. La nuova capacità del polisilicio dovrebbe toccare quota 141mila MT tra il 2017 e il 2018, mentre il tasso di crescita di nuovi impianti fotovoltaici affonderà del 10%. La maggior parte di questa nuova offerta sarà cinese e innescherà una concorrenza spietata che potrebbe portare diversi produttori fuori dal settore.

 

Per quanto riguarda la tecnologia produttiva del reattore a letto fluido (FBR) – impiegata per ottenere silicio policristallino di grado elettronico – le grandi speranze che erano state riposte su di essa per la produzione a basso costo non sono state rispettate fino ad ora. “Ovviamente, le sfide tecniche sono state sottovalutate”, spiega Bernreuter. Di conseguenza, il processo Siemens continuerà ad essere il metodo di produzione dominante.