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PPA transfrontalieri tra Marocco e UE, quali ostacoli da superare?

PPA transfrontalieri
Foto di sosinda da Pixabay

(Rinnovabili.it) – Gli anni ’20 hanno ufficialmente inaugurato l’era dei PPA (Power Purchase Agreement) verdi aziendali, contratti di compravendita dell’energia rinnovabile stretti direttamente tra produttore e clienti aziendali. Tali accordi, originariamente diffusi in Europa e Nord America grazie all’interesse di colossi tecnologici come Google e Facebook, oggi stanno coinvolgendo un numero crescente di società attive in Medio Oriente, Africa e America Latina. Un appeal che fa meritare al settore ogni anno numeri da record. Basti pensare che nel 2019 oltre cento compagnie nel mondo hanno acquistato, tramite i corporate PPA, circa 19,5 GW di energia pulita. 

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Si inserisce in questo filone anche il tema dei PPA trasfrontalieri, tema centrale del nuovo studio pubblicato Fondazione RES4Africa, in collaborazione con PwC. Il documento, Pursuing gross border PPAs between Morocco and the EU, fornisce un’analisi degli attuali ostacoli alla realizzazione di Power Purchase Agreement dedicati alle energie pulite, che attraversino il Mediterraneo. E specifici suggerimenti per superarli. 

I risultati dello studio sono stati presentati in questi giorni, durante una conferenza online organizzata e promossa dalla Fondazione RES4Africa. L’evento ha visto la partecipazione di Roberto Vigotti (Segretario Generale, Fondazione RES4Africa), Zoubir Idrissi (Direttore dell’Energia Elettrica, Ministero dell’Energia, Miniere e Ambiente del Marocco ), Jasmina Hodzic (Manager Capital Projects & Economics, PwC), Ali Zerouali (Head of the Cooperation & International Development division, MASEN) e Angelo Ferrante (Secretary General, Med-TSO).

Nel 2016, in occasione della COP 22 sui cambiamenti climatici, il Marocco, la Spagna, il Portogallo, la Francia e la Germania hanno firmato la Roadmap SET (Sustainable Electricity Trade), impegnandosi a scambiare elettricità prodotta da fonti rinnovabili tramite PPA transfrontalieri. Il percorso, tuttavia, si mostra ancora in salita. Lo studio ha identificato e analizzato tre categorie di barriere per questo tipo di accordi commerciali: normative, infrastrutturali e di mercato.

Le barriere normative sono principalmente legate a un’attuazione inadeguata delle leggi esistenti in Marocco. Gravi ritardi nella costituzione dell’Authority di regolazione indipendente marocchina (ANRE) hanno, infatti, causato un effetto a catena nell’attuazione di una serie di disposizioni sull’accesso alla rete, la sua gestione e la risoluzione delle controversie.

Le barriere infrastrutturali sono per lo più connesse al deterioramento della rete elettrica interna del paese africano. L’infrastruttura di interconnessione risulta, invece, meno problematica, ma presenta questioni normative ancora aperte.

Vengono inoltre identificate due barriere di mercato: l’assenza di un mercato all’ingrosso competitivo e di bilanciamento in Marocco che complica il processo di aggiudicazione dei PPA; il relativo vantaggio di prezzo dell’elettricità marocchina, fortemente influenzato dai costi di trasmissione e interconnessione, che sembrano essere piuttosto elevati.

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Nonostante tali nodi, spiega il report, esiste una base ragionevole per il commercio transfrontaliero. Lo studio illustra un modello di business per un PPA transfrontaliero fisico che potrebbe essere attuato in modo fattibile; a condizione, ovviamente, che venga perseguita una serie di azioni politiche per risolvere gli attuali gap.

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