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Dall’Enea la prima mappa del potenziale agrivoltaico italiano

La metodologia elaborata dai ricercatori ENEA considera sia criteri geofisici, tecnici ed ambientali, che l'uso suolo, la capacità d’uso dei terreni e il deficit idrico

potenziale agrivoltaico italiano
Via depositphotos.com

Il progetto nasce nell’ambito della task force AgrivoltaicoSostenibile@ENEA

 (Rinnovabili.it) – Quali aree nazionali risultano più adeguate per far sposare impianti fotovoltaici e agricoltura, ottimizzando le rispettive produzioni? Alla domanda risponde oggi l’Enea con la prima mappa del potenziale agrivoltaico italiano. Mentre nuovi studi e progetti sono impegnati a valutare i benefici dei pannelli solari sulla resa agricola, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie ha messo a punto una serie di indicatori a livello nazionale e regionale dell’adeguatezza territoriale.

L’iniziativa, nata nell’ambito della task force AgrivoltaicoSostenibile@ENEA e dell’Associazione Italiana Agrivoltaico Sostenibile (AIAS), fornisce un’importante mano ad un settore ancora agli inizi ma ricco di possibilità. Con il nuovo Decreto del MASE – di cui tuttavia si attende ancora la pubblicazione – il governo è pronto a incentivare 1,04 GW di nuova capacità agrivoltaica entro il 2026. Un target importante per il settore, che ha tuttavia bisogno di coordinate precise, e non solo dal punto di vista normativo. Affinché il potenziale agrovoltaico italiano venga sfruttato a pieno, in maniera sostenibile per gli sviluppatori, l’ambiente e il territorio sono necessarie nuove informazioni.

Ecco perché i ricercatori del Centro Ricerche ENEA di Portici hanno elaborato la mappa impiegando precisi criteri di minimizzazione dell’uso del suolo e ottimizzazione della produzione energetica e agricola. “Il potenziale dell’agrivoltaico nel contesto nazionale è solitamente valutato sulla base delle caratteristiche topografiche e dell’estensione delle aree agricole disponibili”, spiega Grazia Fattoruso del Laboratorio ENEA di Sviluppo applicazioni digitali fotovoltaiche e sensoristiche del Centro ricerche di Portici. “La metodologia messo a punto nel nostro laboratorio di Geomatica considera sia i diversi fattori che possono influenzare il potenziale solare fotovoltaico di una determinata area, come quelli geofisici, tecnici ed ambientali, sia i fattori che possono condizionare la resa agricola, come le classi di uso suolo, la capacità d’uso dei suoli e il deficit idrico”.

Non solo. Il team sta anche lavorando sull’elaborazione e integrazione di indicatori relativi a caratteristiche qualitative e quantitative del paesaggio per un connubio armonioso tra i sistemi agrivoltaici e i paesaggi in cui saranno inseriti. La mappa del potenziale agrivoltaico nazionale è attualmente in fase di validazione, ma un domani potrà essere accessibile online.