A EnerSolar+ riflettori puntati sulla costante crescita del settore che solo quest’anno ha registrato oltre 2,8 miliardi di investimenti
Numeri in positivo anche per il 2011, anno nel quale le operazioni che coinvolgono l’utilizzatore industriale/commerciale sono passate dal 6% del 2010 all’11% nel 2011 e gli investimenti hanno superato i 2,8 miliardi di euro. I dati sono quelli presentati da l’Irex Annual Report 2011 presentati per l’occasione da Alessandro Marangoni di Althesy. Dallo studio emerge inoltre come le imprese italiane stiano iniziando a oltrepassare i confini ed investire all’estero (nel 2011 le operazioni sono state del 4%, contro solo l’1% dell’anno precedente) “per ridurre il rischio Paese e approfittare di tariffe più incentivanti”. “Per migliore la competitività, – ha spiegato Marangoni – in Italia il settore si sta concentrando velocemente e le aziende puntano a diversificare il proprio business. In prospettiva, l’auspicato raggiungimento della grid parity nel 2013 potrebbe ulteriormente cambiare le dinamiche del comparto, con nuove prospettive interessanti soprattutto per il Sud Italia, qualora l’attuale legislazione dovesse rimanere inalterata”.
A confermare un trend in evoluzione è anche Davide Chiaroni dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano “Secondo le nostre stime, nel 2008 le imprese italiane del fotovoltaico erano circa 630 (senza contare gli operatori e i professionisti coinvolti nelle attività di installazione degli impianti a livello locale) e su 1,1 miliardi di euro di volume d’affari complessivo, in Italia potevamo contare su una marginalità di circa 180 milioni di euro, il 28% di quella generata da tutto il settore. Il restante 72% era appannaggio di imprese straniere, molte delle quali avevano allora solo qualche ridotta sede commerciale nel nostro Paese. Nel 2010, la marginalità assorbita dalle imprese italiane è cresciuta al 42% del totale generato (salendo al 72% se si considerano anche gli stranieri, che però hanno una sede operativa in Italia) in un mercato che è ‘esploso’. Una crescita decisamente impressionante che però può essere fragile – ha proseguito Chiaroni – Lo scenario sta cambiando, con il crollo dei prezzi del silicio e dei moduli con l’accresciuta concorrenza dei produttori asiatici. È quindi necessario stimolare il dibattito su quali sono le effettive possibilità per le imprese italiane delle fasi più ?a monte’ della filiera di crescere e svilupparsi, giocando la loro partita sul mercato globale”.