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Pannelli solari su tetto: perchè negli USA si parla di disuguaglianza razziale?

Uno studio condotto da Tufts University e University of California ha evidenziato una disuguaglianza razziale nella distribuzione dei pannelli solari su tetto, diffusi prevalentemente nei quartieri bianchi

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Autori dello studio convinti che ragionare sulla diffusione dei pannelli solari su tetto sia utile allo sviluppo di politiche efficaci

 

(Rinnovabili.it) – Nonostante la popolarità dei pannelli solari su tetto sia salita alle stelle per via dei loro benefici per i consumatori e l’ambiente, la loro diffusione negli Stati Uniti si è verificata prevalentemente nei quartieri bianchi. Ad evidenziare questa disuguaglianza razziale nella distribuzione del solare nei vari quartieri delle città è stato uno studio condotto da ricercatori della Tufts University e dalla University of California, Berkeley, appena pubblicato sulla rivista Nature Sustainability. Sebbene l’energia solare sia una fonte di energia popolare, economica, sostenibile e dalle innumerevoli possibilità applicative, l’installazione di impianti solari sul tetto è stata irregolare. I ricercatori hanno combinato i dati del progetto Sunroof di Google sulle installazioni solari sul tetto esistenti negli Stati Uniti con dati demografici, tra cui reddito familiare, proprietà della casa, etnia e razza, provenienti dall’U.S. Census Bureau’s American Community Survey (i dati del progetto Sunroof includono informazioni su oltre 60 milioni di tetti e quasi 2 milioni di installazioni solari). L’obiettivo del team era quello di tracciare chi decide di beneficiare della rivoluzione dell’energia solare e di riflettere più accuratamente sull’efficacia delle attuali politiche e approcci per accelerare l’implementazione del fotovoltaico.

 

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I risultati dello studio hanno dimostrato che, a parità di reddito familiare medio, il campione a maggioranza nera ha installato il 69% in meno di pannelli solari su tetto, quello a maggioranza ispanica il 30% in meno e quello a maggioranza bianca il 21% in più, rispetto al totale. Per gli autori dello studio sono necessarie ulteriori ricerche per determinare le cause alla base di queste differenze, ma sono convinti che i risultati potrebbero essere utili nello sviluppo di politiche più efficaci.

 

Il nostro lavoro dimostra che mentre il solare può essere un potente strumento per la protezione del clima e l’equità sociale, una mancanza di accesso o una mancanza di sensibilizzazione a tutti i segmenti della società può drammaticamente indebolirne il beneficio sociale”, ha commentato Daniel Kammen, della University of California. “L’energia solare – ha aggiunto Deborah Sunter della Tufts University – è fondamentale per raggiungere gli obiettivi climatici presentati dall’IPCC, ma possiamo e dobbiamo distribuire l’energia solare in modo più ampio a vantaggio di tutte le persone, indipendentemente dalla razza e dall’etnia. L’energia solare può essere una risorsa per la protezione del clima e l’empowerment sociale”.