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Pannelli solari nello spazio trasmetteranno wireless l’energia?

Diverse nazioni stanno studiando come creare una stazione spaziale dotata di pannelli solari in grado di trasmettere l’energia sulla terra. Ma costa ancora troppo

Pannelli solari nello spazio trasmetteranno wireless l’energia

 

(Rinnovabili.it) – Nello spazio non c’è atmosfera, non è mai nuvoloso, e nell’orbita geosincrona non è mai notte: un luogo perfetto per una base spaziale a pannelli solari in grado di assorbire energia senza interruzioni, 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno.

Stati Uniti, la Cina, India e Giappone hanno tutti progetti a diversi stadi di sviluppo: robot assemblano pannelli solari che potrebbero fornire alla Terra enormi quantità di energia pulita e rinnovabile trasmettendola in modalità wireless.

 

Secondo il dottor Paul Jaffe, ingegnere spaziale della US Naval Research Laboratory, il concetto è scientificamente valido.

«La NASA e il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti hanno fatto uno studio alla fine degli anni ’70 – spiega Jaffe – La conclusione fu che fisicamente era fattibile, ma la vera domanda riguardava l’aspetto economico».

Il costo sta quasi tutto nel numero di lanci spaziali necessari a costruire il satellite per trasmettere la corrente. Si aggira intorno ai 40.000 dollari al kg, che permette di stimare il prezzo finale per la prima centrale solare nello spazio sui 20 miliardi di dollari.

 

Le guerre in Medio Oriente hanno dato nuovo impulso all’energia solare spaziale, con l’idea di sopperire in futuro ai problemi di forniture energetiche che l’esercito si trova a fronteggiare quando i militari devono approvvigionarsi in zone ostili. Qui, un ricevitore nascosto potrebbe fare man bassa dell’energia solare spaziale in aree dove l’arrivo di generatori via terra o aria costituirebbe un rischio per autoveicoli o elicotteri.

Esistono due modi per far arrivare energia sulla Terra: sotto forma di raggi laser o di microonde. La prima opzione comporterebbe l’invio di piccoli satelliti a trasmissione laser nello spazio. Il costo sarebbe relativamente basso (tra i 500 milioni e il miliardo di dollari). Satelliti autoassemblanti abbasserebbero i costi, e il piccolo diametro del fascio laser faciliterebbe la raccolta a terra.

 

Il problema è che sarebbero necessari molti satelliti per fornire energia sufficiente: ciascuno produrrebbe infatti da 1 a 10 MW di potenza. Oltre a ciò, i satelliti a trasmissione laser perdono potere irraggiante attraverso le nuvole e la pioggia.

L’opzione microonde avrebbe il vantaggio di una trasmissione ininterrotta attraverso pioggia, grandine o altre condizioni atmosferiche avverse, e potrebbe fornire potenza nell’ordine del gigawatt.

Lo svantaggio principale, tuttavia, è il fatto che per costruire le stazioni spaziali servirebbero ben 100 lanci nello spazio. E i costi di gestione salirebbero di decine di miliardi di dollari.