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Un nuovo rivestimento per pannelli solari a prova di neve e ghiaccio

Realizzato un rivestimento, a base di plastica ed olio, in grado di ridurre efficacemente l'accumulo di neve e ghiaccio sui moduli fotovoltaici

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Credits: University of Michigan Engineering

Come rendere i pannelli solari adatti anche ai climi rigidi

(Rinnovabili.it) – Quando si parla di fotovoltaico il pensiero corre subito a grandi installazioni sotto il cocente sole estivo. Ma anche questa tecnologia deve fare i conti con l’inverno e i suoi impatti. Oggi dalla ricerca arriva una soluzione che promette di migliorare la produttività dei pannelli solari anche nelle situazioni climaticamente più sfidanti. Un gruppo di scienziati, guidati dall’Università del Michigan, ha messo a punto un rivestimento, economico e trasparente, in grado di ridurre efficacemente l’accumulo di neve e ghiaccio sui moduli fotovoltaici. Consentendo così di tenere alta la produzione elettrica.

Il rivestimento è composto principalmente da plastica e oli polimerici. Può essere steso o semplicemente sprizzato sulla superficie del modulo ai primi freddi. Nella sua attuale formulazione, è in grado di continuare a respingere l’acqua ghiacciata per circa un anno.

“L’energia rinnovabile sta davvero decollando in questo momento, ma la neve è un enorme problema nei climi settentrionali”, ha affermato il professor Anish Tuteja che ha guidato lo studio in collaborazione con i Sandia National Laboratories e l’Università dell’Alaska. “I pannelli solari potrebbero perdere l’80 o il 90% della loro capacità di generazione in inverno. Quindi trovare un modo per continuare a produrre energia durante tutto l’anno è stata una sfida entusiasmante”.

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Sebbene il laboratorio di Tuteja abbia sviluppato in passato una serie di rivestimenti efficaci contro il ghiaccio, creare una superficie che respingesse passivamente anche la neve rimaneva una sfida aperta. “Il ghiaccio è relativamente denso e pesante, e i nostri rivestimenti precedenti usavano il suo stesso peso contro di esso”, ha spiegato il professore. “Ma la neve può essere 10 volte meno densa quindi non eravamo affatto sicuri che i nostri ‘trucchi’ avrebbero avuto effetto”

Per trovare il giusto materiale, gli scienziati hanno cercato espressamente due proprietà chiave: bassa tenacità interfacciale e bassa forza di adesione. Caratteristiche ottenute dall’impiego di PVC con aggiunta di piccole quantità di olio vegetale. O da PDMS con olio di silicone. I test, svoltisi a Fairbanks, in Alaska, hanno mostrato come i pannelli solari rivestiti avessero una copertura media di neve e ghiaccio di circa il 28% durante l’intera stagione invernale, rispetto a circa il 59% dei moduli non rivestiti. Prossimo obiettivo del gruppo? Far durare l’effetto “Icephobic” almeno 5 anni. La ricerca è stata pubblicata su Advanced Materials Technologies (testo in inglese).