Dopo Zon op Zee un nuovo progetto prova a realizzare fattorie di pannelli solari marini
(Rinnovabili.it) – Pannelli solari marini da combinare con turbine eoliche offshore e sistemi di acquacoltura per concretizzare la Blue Economy: questo il futuro immaginato dalla multinazionale belga DEME per le acque del nord Europa. L’azienda è a capo di un consorzio, di cui fanno parte Tractebel, Jan De Nul, Soltech e Ghent University, determinato a mostrare i vantaggi del fotovoltaico offshore nel futuro sviluppo economico europeo. Insieme i partner hanno dato il via ad un progetto da 2 milioni di euro per realizzare nel Mar del Nord il primo impianto pilota di solare galleggiante. Un’impresa ardua vista la destinazione finale, che tuttavia non è peregrina: a febbraio dello scorso anno un progetto simile (‘Zon op Zee’) era stato lanciato anche dall’Energy research Centre of Netherlands in collaborazione con altri partner olandesi. Obiettivo? Realizzare, sempre nelle acque del Mare del Nord, la prima centrale fotovoltaica flottante al mondo.
Il gruppo guidato DEME torna sull’idea ampliando il piano a lungo termine. “Fattori come la scarsità di terre, la standardizzazione su larga scala e l’impatto del NIMBY dovrebbero effettivamente sostenere la crescita del mercato dell’energia solare in mare aperto come hanno fatto per l’energia eolica”, ha affermato il consorzio in una nota. “Più in generale, questa espansione può essere vista come un passo verso l’ulteriore sviluppo della cosiddetta Blue Economy, che guida concetti come la realizzazione di città sull’acqua, centrali energetiche offshore, ecc.”
Per il consorzio, i pannelli solari marini sono il logico passa successivo dopo gli ultimi progressi raggiunti dal fotovoltaico su laghi, dighe e lagune e in altri ambienti marini protetti (leggi anche Fotovoltaico galleggiante, il mondo ha installato oltre 1,3GW). Adattare i moduli per le operazioni in ambienti offshore difficili significa tuttavia riuscire ad affrontare diverse sfide: la tecnologia deve essere resa resistente alla corrosione e progettata per soportare forti correnti e all’azione delle onde. Non solo. L’impianto pilota dovrebbe essere progettato per essere competitivo nei costi e per aver il minimo impatto sull’ambiente.
Per il progetto pilota, Tractebel gestirà l’ingegneria offshore, DEME e Jan De Nul Group le operazioni marittime, Soltech fornirà pannelli fotovoltaici specializzati e Ghent University si occuperà dell’acquacoltura e della ricerca sugli ecosistemi.
>>leggi anche In Cina l’impianto fotovoltaico galleggiante più grande al mondo<<