L’analisi di Rystad Energy sull’import dei pannelli solari fotovoltaici
(Rinnovabili.it) – Nei magazzini europei i pannelli fotovoltaici di produzione cinese continuano ad accumularsi. Al punto che le scorte, circa 40 gigawatt di capacità totale per un valore complessivo di 7 miliardi di euro, hanno ormai raggiunto la potenza fv che il Vecchio Continente riesce ad installare annualmente. Questi moduli potrebbero generare abbastanza elettricità per alimentare 20 milioni di case all’anno ma non rappresentano in alcun modo un punto d’arrivo. Il perché lo spiega la nuova analisi di Rystad Energy secondo cui l‘import del Made in China crescerà al punto da accumulare nei magazzini europei fino a 100 GW di fotovoltaico entro la fine di quest’anno. “Gli osservatori del mercato potrebbero pensare che i buoni livelli delle scorte segnalino un rallentamento delle importazioni all’orizzonte, ma i primi mesi del 2023 raccontano una storia diversa“, scrive la società d’analisi.
Cresce l’import di pannelli fotovoltaici cinesi
Non è un mistero che la spesa europea per l’import solare sia quasi quadruplicata negli ultimi cinque anni, passando da 5,5 miliardi di euro nel 2018 a oltre 20 miliardi di euro nel 2022. In tutto questo periodo di tempo, grazie ad un mix di politiche incentivanti, concorrenza sleale e generosi investimenti l’offerta si è andata concentrando sempre di più in un unico paese: la Cina. Ecco perché non sorprende sapere che il 91% del budget speso dall’Europa per l’import di moduli e celle, è finito su prodotti cinesi.
Secondo un recente rapporto dell’Agenzia internazionale dell’Energia, il gigante asiatico ha attualmente in mano oltre l’80% sul mercato fv globale nella sua interezza, ossia considerando la produzione di polisilicio, lingotti, wafer, celle e moduli. Per alcuni segmenti la quota di mercato dovrebbe salire persino sopra il 95% nei prossimi anni. Questa concentrazione della filiera fotovoltaica ha effetti anche sulla definizione prezzi a livello mondiale. In altre parole Pechino fa il buon e il cattivo tempo, pur riuscendo a mantenere un vistoso sottocosto sul Made in China. Basti pensare che al momento i pannelli solari fotovoltaici prodotti in Cina possono arrivare a costare anche due terzi di quelli fabbricati in Occidente.
Una competitività che sta incrementando l’import nel Vecchio Continente. “I paesi europei – spiega Marius Mordal Bakke, analista senior della supply chain presso Rystad Energy – cercano disperatamente di mettere le mani su infrastrutture solari a prezzi accessibili per portare avanti i loro obiettivi di energia rinnovabile, decarbonizzare ed evitare di pagare prezzi elevati per la nuova capacità“. E così l’import fv di gennaio 2023 è cresciuto del 17% rispetto allo stesso mese del 2022, a febbraio del 22%, a marzo del 51%. Secondo gli analisti, se gli attuali trend di importazione continueranno, il 2023 sarà ricordato come un anno da record.
La risposta europea
Ovviamente l’Europa non è ferma a guardare. Il Green Deal Industrial Plan presentato a febbraio dalla Commissione UE mira a supportare l’industria verde del Blocco, compresa quella di pannelli solari fotovoltaici, attraverso un quadro temporaneo modificato per gli aiuti di Stato, normative semplificate e un Fondo di sovranità europeo.
E i grandi progetti non mancano, come quello della Gigafactory 3SUN di Catania. Tuttavia è opinione comune che l’UE si sia mossa troppo tardi e con poco slancio. “Sebbene siano in corso sforzi per costruire una catena di approvvigionamento solare affidabile in Europa, l’attuale necessità di pannelli significa che i leader non possono aspettare fino al 2025 o oltre per acquistare prodotti europei”, ha aggiunto Bakke.
La società prevede che le importazioni cinesi in Europa aumenteranno del 38% annuo e raggiungeranno i 120 GW entro la fine del 2023. Altro dato degno di nota: l’import fv si sta dirigendo verso diverse destinazioni chiave, tra cui Paesi Bassi, Spagna, Germania, Polonia, Francia, Grecia, Italia e Regno Unito. I Paesi Bassi sono stati il Paese europeo ad aver acquistato maggior numero di moduli cinesi nel 2022, con quasi 45 GW di capacità totale. Ma anche Spagna, Germania e Francia si sono fatti notare.