Le nuove installazioni continuano a crescere ma i problemi nella catena di approvvigionamento stanno determinando aumenti di prezzo in ogni segmento del mercato solare statunitense. E si teme per il settore una volta esauriti i crediti d'imposta
Troppe incertezze nel futuro del fotovoltaico statunitense
(Rinnovabili.it) – Il mercato statunitense ha segnato un nuovo record fotovoltaico nel II trimestre 2021. Ha aggiunto 5,7 GW di nuova capacità, pari al più 45% rispetto al semestre precedente. Non solo. La tecnologia ha rappresentato il 56% di tutte le nuove aggiunte elettriche nazionali nella prima metà del 2021. Una spinta grazie a cui il Paese oggi festeggia il superamento dei 3 milioni di installazioni solari. Eppure il settore sembra tutt’altro che tranquillo. Gli attuali problemi sulla catena di approvvigionamento – legata per lo più al sud est asiatico – hanno infatti incanalato i prezzi dei pannelli solari in una rigida spirale di crescita. Un fenomeno a cui non si assisteva da tempo.
Da una parte, il mercato stelle strisce (ma non solo) ha dovuto affrontare ritardi una serie di ritardi nelle consegne e la mancanza di portacontainer disponibili. Problemi nati in pandemia e aggravati da alcuni incidenti internazionali; dall’altro, prezzi delle materie prime schizzati alle stelle. Secondo Rystad Energy, il solo silicio cristallino è passato da una media di 7,6 dollari al kg nel 2019 ai 18 dollari al kg di quest’anno.
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Le controversie commerciali tra Stati Uniti e Cina non stanno facilitando la situazione. Il primo affondo è arrivato quando la Customs and Border Protection statunitense ha emesso un ordine di rilascio contro la cinese Hoshine Silicon Industry limitando le importazioni di prodotti a base di silicio. Quindi, il 14 giugno di quest’anno, il Senato americano ha approvato Uyghur Forced Labor Prevention Act, legge che vieta vietare l’importazione di tutti i beni prodotti nello Xinjiang. E dal momento che questa regione cinese è il più grande centro al mondo di produzione di silicio metallico e polisilicio, si prevedono seri impatti sulla capacità fotovoltaica degli USA nel prossimo futuro.
Se il nuovo record fotovoltaico non basta
Gli esperti temono che la transizione energetica di Biden possa subire un gravo colpo. L’amministrazione USA sta scommettendo molto sull’energia solare ai fini della generazione elettrica. Il Dipartimento dell’Energia ha pubblicato recentemente uno studio secondo cui fino al 40% dell’elettricità degli Stati Uniti potrebbe essere prodotta da questa fonte nel 2035 e il 45% entro il 2050. Ciò richiederebbe al Paese di quadruplicarne la crescita annuale della capacità negli anni a venire. Tuttavia nonostante il nuovo record fotovoltaico segnato questo trimestre, il ritmo è ben sotto le aspettative. Secondo le previsioni di Wood Mackenzie la nazione avrà in media poco più di 29 GW di nuove aggiunte annuali di capacità solare fino al 2026.
“L’industria solare continua a dimostrare una forte crescita trimestrale e la domanda è elevata in ogni segmento”, ha affermato Michelle Davis, analista di Wood Mackenzie e autrice principale del rapporto US Solar Market Insight pubblicato assieme alla Solar Energy Industries Association (SEIA). L’analisi sostiene che l’industria fv continuerà a registrare record di installazione annuali fino a quando il credito d’imposta sugli investimenti solari non si esaurirà completamente nel 2024. Quindi la crescita si appiattirà sia nel 2025 che nel 2026. “Queste previsioni – ci tiene a sottolineare Wood Mackenzie – non tengono conto di ulteriori azioni commerciali, che rappresentano un sostanziale rischio al ribasso per le prospettive”.
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