Il National Renewable Energy Laboratory pubblica un nuovo grafico per tener traccia dell’evoluzione tecnologica dei pannelli fotovoltaici
Dai dispositivi organici a quelli ibridi multigiunzione: ecco i moduli solari più efficienti
(Rinnovabili.it) – Scegliere dei moduli solari efficienti significa oggi sapersi districare in un settore sempre più differenziato, che spazia dal tradizionale fotovoltaico in silicio cristallino a quello organico a base di coloranti naturali. Se per i consumatori orientarsi comporta per lo più un confronto tra il prezzo d’acquisto con la resa, per l’industria fv il discorso è diverso. Su quale settore è più conveniente investire gli sforzi di ricerca e sviluppo? Quale comparto appare il più promettente? In aiuto arriva il National Renewable Energy Laboratory (NREL), braccio di ricerca del Dipartimento dell’Energia statunitense, con il nuovo “Champion Module Efficiencies”. Sulla scia di quanto già fatto con le celle solari, l’ente ha pubblicato un nuovo grafico contenente i progressi compiuti dai pannelli solari dal 1988 a oggi.
La tabella mostra l’evoluzione di 19 differenti tecnologie e i record prestazionali raggiunti da ognuna di esse: si va dal silicio policristallino a quello PERC, dal film sottile al multigiunzione passando per il silicio amorfo e i semiconduttori organici. “Questo grafico consente ai ricercatori, ai responsabili politici e all’industria fotovoltaica di tenere traccia dei progressi e delle tendenze delle diverse tecnologie fv nel tempo a livello commerciale”, ha dichiarato Dean Levi, responsabile del gruppo Cell and Module Performance presso il National Center for Photovoltaics di NREL.
Nel dettaglio il lavoro evidenzia i moduli solari più efficienti oggi in circolazione, segnando il valore più alto raggiunto da ciascuna delle 19 tecnologie. Da un lato della scala troviamo il pannello solare organico sviluppato da Toshiba con un’efficienza dell’8,2% e dall’altro il modulo multigiunzione dell’Università del New South Wales in grado di convertire il 40,6% della luce solare incidente in elettricità. Il segreto di quest’ultimo sta nella sua particolare configurazione: i ricercatori hanno incorporato nella struttura un prisma che divide i raggi in arrivo in quattro bande, usando un ricevitore ibrido a quattro giunzioni per massimizzare l’assorbimento.
“L’aumento di efficienza delle celle fotovoltaiche su scala di laboratorio è essenziale per il progresso tecnologico, ma i benefici di questi sviluppi si realizzano solo nella pratica quando i guadagni di efficienza si concretizzano nei moduli fotovoltaici prodotti commercialmente”, spiega il NREL. Il nuovo grafico, oltre a mostrare le prestazioni delle varie tecnologie, fornisce un’identificazione sulle dimensioni dei prodotti associando a ciscuno di loro un colore:
- > 14.000 cm 2: modulo grande (arancione)
- 6.500-14.000 cm 2: modulo standard (giallo)
- 800-6.500 cm 2: modulo piccolo (verde)
- 200-800 cm 2: mini-modulo (grigio).