Un nuovo approccio progettuale per i moduli fotovoltaici
(Rinnovabili.it) – La decarbonizzazione mondiale non può fare a meno dell’energia solare. Tuttavia l’aumento impiantistico richiesto porterà entro la metà del secolo milioni e milioni di tonnellate di moduli fotovoltaici a fine vita. E quindi milioni di materiali che devono poter avere una seconda vita per rendere lo sfruttamento dell’energia solare realmente sostenibile. Questo significa una solo a cosa: il mondo deve ottimizzare il riciclo fotovoltaico. Come? Migliorando i processi di trattamento dei vecchi pannelli e implementando strategie di Design for Recycling (DfR) prima della fase di produzione.
A dare una mano all’industria è oggi il Photovoltaic Power Systems Programme dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA-PVPS) pubblicando le prime linee guida per la progettazione di moduli fotovoltaici per facili da riciclare.
“La crescita globale della tecnologia dell’energia pulita sarà inesorabilmente seguita da una crescita parallela di prodotti a fine vita”, spiega l’Agenzia. La preoccupazione che questo boom tecnologico metta a rischio le future forniture di materie prime, nonostante gli sforzi di dematerializzazione in corso, sta facendo nascere una nuova attenzione nei confronti dei processi di economia circolare. “Tuttavia, il fotovoltaico non è stato progettato pensando al riciclaggio e presenta sfide nel restituire le materie prime incorporate”.
Il documento della IEA-PVPS identifica i requisiti quali funzionalità, longevità, durata, affidabilità e costo come critici, sottolinenando come il DfR debba supportare o migliorare questi aspetti, ma possa anche comportare compromessi tra riciclabilità, prestazioni e costi del prodotto. I primi passi da compiere sono ovviamente ridurre al minimo i materiali difficili da riciclare e gli adesivi non reversibili. Usando etichette per identificare i materiali riciclabili da quelli che non lo sono.
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Le linee guida puntano i riflettori anche sull’importanza della composizione del backsheet o sulla possibilità di ridurre al minimo l’uso di incapsulanti per facilitare lo smontaggio dei moduli. “La riduzione del numero e della complessità dei materiali dei moduli presenta compromessi relativi alla riciclabilità e all’economia. L’utilizzo di diversi sigillanti nel telaio in alluminio potrebbe consentire la separazione dei moduli senza danni ai componenti”.