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Da PG&E microgrid rinnovabili per ridurre il rischio d’incendio

La Pacific Gas and Electric Company ha messo in servizio la Mariposa County Remote Grid, prima micro rete d'alimentazione autonoma realizzata in un'area californiana ad alto rischio d'incendio. Altri 20 sistemi entreranno in funzione entro la fine del 2022

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Credits: https://boxpower.io/

La California si prepara ad un’altra estate di fuoco

(Rinnovabili.it) – Microgrid rinnovabili per portare energia alle comunità remote ma anche per migliorare l’affidabilità del servizio elettrico riducendo il rischio d’incendio. Questa una delle opzioni su cui sta lavorando la Pacific Gas ed Electric (PG&E), utility della California, parte del piano di mitigazione dei roghi boschivi 2021. La società ha alzato la guardia dopo Camp Fire, uno dei più devastanti incendi dell’intera storia californiana, il sesto per letalità di tutti gli USA. A novembre 2018 per quasi 20 giorni le fiamme devastarono la Contea di Butte, nel nord dello stato; bruciando oltre 62mila ettari, distruggendo 18mila edifici e togliendo la vita ad 85 persone. Un disastro dalle dimensioni immani, la cui responsabilità fu attribuita alla stessa PG&E. La successiva indagine ha accertato, infatti che il fuoco scaturì da una linea elettrica difettosa dell’azienda.

Oggi, a tre anni dall’evento, lo Stato continua a trovarsi in una situazione ad alto rischio. La siccità che ha investito la California nel 2021 ha accelerato l’inizio della stagione degli incendi e intensificato la pressione su PG&E. Nel piano d’azione societario un capitolo è riservato alla generazione distribuita e alle microgrid rinnovabili/ibride. La prima microrete del 2021 è quella realizzata nella contea di Mariposa. Qui 5 siti forniti dall’utility hanno perso l’accesso alla rete durante l’incendio di Briceburg nel 2019. La località remota e le difficili condizioni del suolo rendono un’impresa ardua ricostruire l’infrastruttura di trasmissione. Anche per questo motivo PG&E ha optato per un nuovo sistema di alimentazione autonomo e decentralizzato.

Le microgrid ibride rinnovabili-fossili di PG&E

La microgrid fornisce fino all’89% di energia rinnovabile l’anno. Come? Attraverso un BoxPower SolarContainer™ e un pannello solare ausiliario montato a terra con una capacità totale di 36,5 kW CC. L’impianto include un sistema di accumulo a batteria da 27,2 kW / 68,4 kWh e due generatori a propano integrati da 35 kW per l’alimentazione di backup. Oltre ovviamente ad un sistema antincendio per proteggere l’hardware e la struttura. 

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La società energetica e BoxPower monitoreranno e controlleranno il tutto tramite connettività satellitare e cellulare. L’impianto è dotato di gestione remota delle prestazioni, diagnostica di sicurezza, allarmi, reportistica e notifiche di rifornimento automatico. Spiega Jason Glickman, Executive Vice President, Engineering, Planning and Strategy di PG&E. “Vogliamo offrire i vantaggi delle reti remote ai nostri clienti e intendiamo espandere l’uso di sistemi di alimentazione stand-alone come alternativa ad alcune linee di distribuzione esistenti, fornendo una maggiore affidabilità con un profilo di rischio inferiore e costi totali più bassi”. L’azienda ha identificato centinaia di potenziali siti per le sue micrgrid rinnovabili e punta a raggiungere almeno 20 siti remoti entro la fine del 2022.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.