(Rinnovabili.it) – L’Europa non detiene più lo scettro del mercato fotovoltaico mondiale. Il dato, rimbalzato da più società di analisi all’inizio di questo 2014, è oggi confermato dall’Osservatorio per le energie rinnovabili che sul solare mette subito le cose in chiaro: la leadership è passata dal vecchio continente ai Paesi extra UE, Cina in primis. Secondo quanto emerso dall’Osservatorio – realizzato dalla Fondazione Silvio Tronchetti Provera in collaborazione con la Regione Lombardia e presentato oggi a Milano – dietro questo sorpasso non ci sano tanto gli effetti della crisi che ha colpito diffusamente il mercato europeo, quanto piuttosto il vero e proprio boom registrato dalle altre potenze economiche. Booom che ha fatto sì che la capacità fotovoltaica installata a livello globale nel 2013 raggiungesse i 33,7 GW (più 10% rispetto al 2012).
La Repubblica Popolare, dovrebbe essere il primo mercato globale del settore del fotovoltaico a livello di nuova capacità installata grazie ai nuovi 8,6 GW solari allacciati alla rete lo scorso anno (dati del “Solar Energy Report 2013” – studio dell’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano). Seguono il Giappone con 6,3 GW e gli Stati Uniti con circa 4,2 GW. Cosa succede allora dentro i confini comunitari? L’Europa continua a ricoprire un innegabile ruolo di peso, ma vantando una quota di nuove istallazioni di solo 30% del totale. E se la Germania resta leader nell’UE 28, l’Italia fa più fatica: nel 2013 il Belpaese si è attestato su una capacità installata di circa 1,26 GW con un volume d’affari più che dimezzato.
“I dati dell’Osservatorio dimostrano che l’Europa e con essa l’Italia stanno perdendo competitività. La perdita di mercato del fotovoltaico italiano – ha affermato Marco Tronchetti Provera, presidente della Fondazione Silvio Tronchetti Provera – impone al Paese di rispondere tempestivamente attraverso investimenti in nuove tecnologie per trovare soluzioni sempre più efficienti e competitive e capaci di ridurre i costi. Per sviluppare un settore strategico come quello delle energie rinnovabili è necessaria pertanto un’azione congiunta da parte di tutti – imprese, istituzioni e comunità scientifica – in grado di ridare slancio alla nostra economia tutelando contemporaneamente l’ambiente”.