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Legambiente: eccessivi incentivi per fotovoltaico su serre

Per l’Associazione ambientalista è sbagliato bloccare gli impianti a terra. L’obiettivo dovrebbe essere quello di promuovere una corretta integrazione tra impianti energetici e agricoltura di qualità

(Rinnovabili.it) – L’art. 65 del decreto Liberalizzazioni continua a costituire un vero e proprio pomo della discordia. Dopo i commenti delle associazioni di settore, interviene in merito anche una delle maggiori voci del mondo ambientalista italiano. Legambiente, attraverso il proprio vicepresidente Edoardo Zanchini, punta oggi il dito su quelli che ritiene essere i punti critici della norma in questione.  “Il governo ha fatto bene a intervenire sugli incentivi per il fotovoltaico a terra, perché il boom di progetti presentati al GSE rischia di mandare in tilt il sistema e di diventare un boomerang per il futuro delle rinnovabili. Non condividiamo però l’impianto dell’articolo, in primo luogo perché cancella il fotovoltaico a terra anche per le aziende agricole dove poteva rappresentare un’integrazione del reddito, poi perché l’incentivo proposto per gli impianti sulle serre è troppo generoso e rischia di diventare un volano per le speculazioni”.

Più precisamente, Legambiente ritiene che favorire in questi termini gli impianti sulle serre, concedendogli incentivi pari a quelli delle coperture integrate negli edifici, potrebbe dare il via libera a speculazioni, portando a fenomeni in cui l’ombreggiatura rischierebbe di essere così vasta da permettere ben poche coltivazioni. “Ma tanto gli incentivi coprirebbero abbondantemente anche i costi della mancata produzione”.

“L’obiettivo dovrebbe essere quello di promuovere una corretta integrazione tra impianti energetici e agricoltura di qualità – conclude il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini – mentre una norma del genere può solo favorire le speculazioni e aumentare i problemi ambientali, incentivando anche la creazione di nuove serre, con conseguente aumento del consumo di plastiche che già oggi, in molte regioni rappresenta un grave problema per lo smaltimento”.