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Lampade solari fai-da-te per il Sud del mondo

Lampade solari fai-da-te per il Sud del mondo(Rinnovabili.it) – Dai un pesce a un uomo e lo sfamerai per un giorno, insegnagli a pescare e lo sfamerai per tutta la vita. Questo il principio che ha ispirato il nuovo progetto sociale del Politecnico di Losanna. Govinda Upadhyay, dottorando in fisica solare presso l’ateneo svizzero ha disegnato una lampada solare che può essere realizzata da chiunque a partire dal materiale reperibile a livello locale. A sviluppare il progetto è oggi una giovane star-up, chiamata LEDsafari, che sta girando il Sud del mondo per diffondere il know-how di queste nuove luci eco-friendly.

 

La parte più interessante dell’iniziativa infatti, è che la lampada solare fai-da-te di LEDsafari non è associata a alcun brevetto o marchio registrato proprio per non ostacolarne in nessun modo la diffusione. La semplicità di realizzazione è però  il vero elemento cardine: per assemblarla sono necessari, oltre ad una cella solare, un cavo elettrico, una batteria del telefono, un interruttore, una bottiglia vuota e un LED. Una volta montati insieme i pezzi, sono necessarie cinque o sei ore di carica sotto al sole  per ottenere 4-5 ore di luce. “E’ importante che il know-how arrivi alle persone, facendole divenire proprietari del sistema, affinché non rimanga semplicemente elemento importato paesi ricchi e quindi presto dimenticato. Tre giorni è tutto il tempo necessario per formare un intero villaggio sulla fabbricazione di queste lampade”, spiega Govinda.

 

Ecco perché uno degli elementi essenziali della nuova start-up sono anche  i workshop educativi organizzati a livello locale e condotti da globetrotter  appositamente formati da LEDsafari. I materiali necessari per la realizzazione di 100 lampade pesano circa un chilo e sono pertanto facili da trasportare in un bagaglio a mano. Ogni lezione serve inoltre a far conoscere la pericolosità e gli svantaggi economici delle lampade al kerosene, attualmente utilizzate da oltre un miliardo di persone nel mondo. Ad oggi oltre 200 persone in India, Kenya e Tanzania hanno già partecipato ai primi laboratori.

 

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