La start-up elvetica LEDsafari sta diffondendo in India, Tanzania e Kenya il know-how di queste nuove luci eco-friendly, educando le comunità locali sui vantaggi sanitari ed economici
La parte più interessante dell’iniziativa infatti, è che la lampada solare fai-da-te di LEDsafari non è associata a alcun brevetto o marchio registrato proprio per non ostacolarne in nessun modo la diffusione. La semplicità di realizzazione è però il vero elemento cardine: per assemblarla sono necessari, oltre ad una cella solare, un cavo elettrico, una batteria del telefono, un interruttore, una bottiglia vuota e un LED. Una volta montati insieme i pezzi, sono necessarie cinque o sei ore di carica sotto al sole per ottenere 4-5 ore di luce. “E’ importante che il know-how arrivi alle persone, facendole divenire proprietari del sistema, affinché non rimanga semplicemente elemento importato paesi ricchi e quindi presto dimenticato. Tre giorni è tutto il tempo necessario per formare un intero villaggio sulla fabbricazione di queste lampade”, spiega Govinda.
Ecco perché uno degli elementi essenziali della nuova start-up sono anche i workshop educativi organizzati a livello locale e condotti da globetrotter appositamente formati da LEDsafari. I materiali necessari per la realizzazione di 100 lampade pesano circa un chilo e sono pertanto facili da trasportare in un bagaglio a mano. Ogni lezione serve inoltre a far conoscere la pericolosità e gli svantaggi economici delle lampade al kerosene, attualmente utilizzate da oltre un miliardo di persone nel mondo. Ad oggi oltre 200 persone in India, Kenya e Tanzania hanno già partecipato ai primi laboratori.