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La generazione distribuita fa il bis

L’Authority pubblica il sesto "Rapporto sul Monitoraggio dello sviluppo degli impianti di generazione distribuita". Dati tutti in crescita

(Rinnovabili.it) – Cambia il volto del sistema elettrico nazionale. Il rapido prolificare dei piccoli impianti produttivi accanto alle grandi e storiche centrali a carbone, olio combustibile e gas sta mutando velocemente l’aspetto del comparto elettrico nostrano, lanciando nuove sfide e prospettive. I dati dei trend che hanno caratterizzato il 2010 sono contenuti nel sesto Rapporto sul Monitoraggio dello sviluppo degli impianti di generazione distribuita, realizzato dall’Autorità per l’energia, che effettua annualmente il monitoraggio dello sviluppo degli impianti di piccola e micro-produzione.

Dalla relazione emerge che in un solo anno i mini-impianti produttivi sono più che raddoppiati, passando da 74 a oltre 159 mila, con un incremento del 118%; di questi, circa il 98% sono fotovoltaici (passando da 71.258 nel 2009 a 155.977 nel 2010), seguiti da idroelettrico (da 1.904 a 2.385),  termoelettrico (da 902 a 1.224) ed eolico (da 124 a 290). A livello produttivo la generazione distribuita, con i suoi 8.225 MW di potenza efficiente lorda, ha fatto registrare 19,8 TWh (circa il 6,6% dell’intera produzione nazionale di energia elettrica), con un incremento, rispetto al 2009, di 3,4 TWh.

E la crescita esponenziale sembra essere destinata a proseguire, soprattutto sul fronte solare. “Rispetto al solo fotovoltaico – si legge sul sito dell’AEEG – i dati preliminari per il 2011 evidenziano che dei 325 mila impianti censiti, per un totale di 12.685 MW, la maggior parte sono di piccole e piccolissime dimensioni. E nel 2012, potrebbero superare quota 400.000, per 16.800 MW di potenza installata”. Alla luce di tutto ciò rimane essenziale l’analisi dell’impatto della generazione distribuita (GD) sulla struttura e sulla gestione delle reti e, più in generale, l’analisi dell’interazione con il sistema elettrico.

In tal senso l’AEEG sta procedendo contemporaneamente su due fronti:

  • da un lato è necessario promuovere la diffusione delle smart grid, a partire dai progetti pilota. Ciò rende necessario installare apparecchiature innovative in cabina primaria e presso gli utenti attivi, che consentano agli utenti stessi di comunicare con le imprese distributrici e di rispondere in tempo reale ai segnali che queste inviano;
  • dall’altro lato è necessario definire un nuovo quadro regolatorio che consenta la partecipazione attiva, da parte dei produttori, al mercato elettrico, anche abilitando le unità di GD alla fornitura di risorse per il dispacciamento che, ad oggi, solo i generatori di grande taglia, collegati alla rete di trasmissione nazionale, sono obbligati a fornire. Inoltre, è necessario modificare l’attuale quadro normativo e regolatorio anche al fine di implementare un meccanismo di gestione della GD da parte delle imprese distributrici simile a quello già utilizzato per i generatori di grande taglia collegati alla rete di trasmissione nazionale. Ciò presuppone anche un più stretto coordinamento tra imprese distributrici e Terna.

Nel frattempo, l’Autorità ha promosso uno studio, attualmente in corso presso il Politecnico di Milano, finalizzato a valutare il nuovo ruolo che potrebbe avere la GD in termini di prestazione dei servizi di rete e delle risorse per il dispacciamento, fino a delineare le prime ipotesi teoriche in merito all’erogazione del servizio sulle reti di distribuzione.