Rinnovabili

In Israele il fotovoltaico si pulisce da solo

In Israele il fotovoltaico si pulisce da solo

 

(Rinnovabili.it)  – L’appeal per l’energia solare potrebbe essere leggermente scemato in Israele dopo la discussa firma della licenza per lo sfruttamento del giacimento di gas naturale Leviathan. Di certo non si è appannata la voglia ad innovazione che contraddistingue il paese come dimostra il parco fotovoltaico Kibbutz Ketura, controllato congiuntamente da Siemens ed Arava Power. La centrale infatti è divenuta la prima al mondo a vantare un sistema di pulitura dei pannelli completamente automatizzato. Ogni sera, quest’impianto di ben 20 ettari viene “lavato” da 100 robot, completamente realizzati in Israele, che spazzolano e smacchiano centinaia di moduli permettendogli di generare annualmente 9 milioni di chilowattora.

 

La pulizia – o meglio la mancanza di essa – ha dimostrato d’essere uno dei più grandi ostacoli all’adozione su vasta scala della tecnologia fotovoltaica. Come nel caso della centrale di Kibbutz Ketura, la maggior parte dei mega impianti solari si trova nei deserti dove sono si ritrovano ottimali condizioni di irraggiamento. Oltre ad avere molto sole, però, le aree desertiche possiedono anche parecchia polvere e sabbia che si deposita sui moduli riducendone l’efficienza anche del 35%.“A causa dell’ingente spesa per la pulizia e le grandi quantità d’acqua utilizzate, i moduli di Ketura vengono puliti solo circa nove volte l’anno”, ha spiegato Eran Meller, CEO di Ecoppia, la società che ha realizzato i robot spazzini. “Inoltre la pulitura manuale richiedere fino a cinque giorni”.

 

Utilizzando il flusso d’aria invece, i robot spingono lo sporco accumulato fuori dai pannelli grazie alle loro microfibre mentre scivolano lungo  la struttura di alluminio della struttura. Ogni unità robotica (E4) è in grado di coprire circa 100 metri quadrati di pannelli al minuto, risparmiando nel contempo acqua e tempo. “Con E4, la centrale  massimizza la sua produzione di energia, senza i costi e l’impatto ambientale negativo delle soluzioni detergenti a base d’acqua”.

Exit mobile version