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Investire nell’agrivoltaico, quando il tempo di recupero è meno di 5 anni

Investire nell'agrivoltaico
Agrivoltaico. Orticoltura sotto la pergola agricola ombreggiante fotovoltaica 2010_2013, Laterza, Taranto, Italia. By Emilio Roggero – Own work, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=110951789

Tempi di ammortamento per due layout agrivoltaici

(Rinnovabili.it) – Investire nell’agrivoltaico potrebbe avere un costo iniziale più elevato rispetto ai tradizionali impianti a terra, ma il tempo di recupero in alcuni casi è sotto i 5 anni. Non si tratta purtroppo di una regola valida ovunque ma potrebbe esserlo per paesi con le stesse condizioni climatiche e di irraggiamento del Portogallo. Il come e il perché lo spiega un nuovo studio elaborato da scienziati dell’Universidade de Lisboa e dell’Academia Militar a Lisbona. Il team ha valutato come coniugare agricoltura e produzione solare nel proprio paese, verificandone la fattibilità in termini finanziari, produttivi e ambientali. E il risultato sebbene tagliato sulle caratteristiche portoghesi, dice molto sul comparto agrivoltaico in generale nei paesi del Sud Europa.

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Fotovoltaico e agricoltura , quando conviene

Nel 2023 le energie rinnovabili lusitane hanno registrato un record storico. In 12 mesi hanno coperto il 61% della domanda elettrica producendo ben 31,2 TWh. E il percorso è solo all’inizio. Entro il 2030 come tutti gli Stati membri, anche il Portogallo deve aumentare la quota FER, raggiungendo solo in campo solare 8 GW di capacità elettrica in esercizio. Vale a dire circa 4 volte il valore attuale. Per il paese significherà nuovi investimenti e disponibilità di suolo.

Per quanto riguarda la nazione, esistono terreni il cui scopo principale è l’agricoltura, che rappresentano circa il 12% del suolo portoghese. Queste tipologie di paesaggi sono denominate RAN (Riserva Agricola Nazionale) e si caratterizzano per essere aree che, in termini di agroclima, configurazione del terreno e della superficie, presentano una migliore capacità per l’attività agricola. Qui il fotovoltaico tradizionale è vietato, i nuovi sviluppi tecnologici potrebbero aprire le porte ai nuovi investimenti nell’agrivoltaico. Il settore offre  diverse soluzioni e applicazioni, dai pannelli posizionati sopra strutture elevate, file di moduli con un ampio spazio tra loro che consentono a grandi macchine agricole di funzionare facilmente, a quelli verticali impiegati come “recinzione” per contenere bestiame.

Quando investire nell’agrivoltaico

A differenza degli impianti fv tradizionale, i sistemi agrivoltaici non hanno come obiettivo principale quello di massimizzare la generazione di energia elettrica. Il vero target di queste installazioni è  raggiungere un equilibrio con la produzione alimentare, fornendo dei benefici per le colture. E se la generazione elettrica non è al primo posto, la domanda che sorge spontanea è: in quanto tempo è possibile ripagare l’investimento iniziale?

Una prima risposta arriva dallo studio portoghese. I ricercatori hanno preso in considerazione due applicazioni agrivoltaiche, con layout distinti: file distanziate di pannelli a pochi cm da terra (distanza di passo di 20 m, con un minimo di 15 m di spazio libero tra le file); pannelli sopraelevati (e con file distanti 10 m tra loro). Il modulo agrivoltaico scelto per entrambe le installazioni è un bifacciale monocristallino di tipo N da 610 Wp e con un’efficienza di conversione del 21,82%. Le colture: lattuga, pomodori e patate. Per avere un’immagine chiara per l’analisi finanziaria si è preso in considerazione si uno scenario in cui tutta l’energia solare prodotta è venduta alla rete, sia uno con e una quota di autoconsumo.

La Land Equivalent Ratio

I risultati, sebbene legati a due specifiche località portoghesi, offrono interessanti spunti di riflessione. Il gruppo ha scoperto che i sistemi agrivoltaici possono ripagare l’investimento iniziale in meno di 5 anni generando più valore rispetto ai soli impianti solari a terra o alla sola produzione agricola. Con un potenziale leggermente superiore per il layout distanziato. L’elemento da tenere in conto in questo caso è il LER, acronimo di Land Equivalent Ratio. Si tratta del paramento che indica l’efficienza nell’uso del suolo per un sistema a un solo indirizzo agricolo, impiegato normalmente nella valutazione della resa delle policolture. Per investire nell’agrivoltaico e capire se il mix solare-agricoltura è equilibrato oltre che vantaggioso, il valore di LER deve essere superiore a 1, indicando, in termini di produzione, una resa aumentata. Nel caso dello schema distanziato il LER è risultato di 1,46.

La ricerca è consultabile su Energy for Sustainable Development (testo in inglese).

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