Eolico e solare trascinano in alto gli investimenti nelle rinnovabili e nelle tecnologie intelligenti. La Cina domina, mentre l’Europa perde terreno. Tra i nuovi mercati la maggiore crescita si registra in Argentina, Messico ed Egitto
(Rinnovabili.it) – Il 2017 è stato un altro anno d’oro per gli investimenti rinnovabili nel mondo. C’è la Cina, che con 132,6 miliardi di dollari nelle energie pulite si è ritagliata un primo posto irraggiungibile. C’è l’Argentina, che in un solo anno ha aumentato del 777 per cento la spesa per le fonti alternative. E c’è anche l’Italia che, a dispetto di un quadro economico e politico non facile, ha investito 2,5 miliardi, un più 15 per cento rispetto all’anno precedente.
In realtà a guardare i dati nel nuovo report annuale di Bloomberg New Energy Finance (BNEF) i numeri 2017 sono quasi tutti positivi. A cominciare dal totale investito, il più alto della storia: ben 333,5 miliardi di dollari, finiti soprattutto in progetti eolici e fotovoltaici.
Il dato è in aumento di “solo” il 3% rispetto al 2016, ma assume un valore ancora più profondo se si considera come i costi di capitale per le principali tecnologie rinnovabili stiano continuando a scendere (leggi anche Nel 2020 tutte le energie rinnovabili saranno competitive con le fossili). Basti pensare che in soli due anni, gli impianti fotovoltaici su scala utility hanno ridotto di un quarto i prezzi al MW.
Chi domina la classifica degli investimenti rinnovabili 2017?
Metà della crescita è dovuta solo alla Cina. La Repubblica Popolare ha stabilito un nuovo record nazionale sia in termini generali di investimenti rinnovabili 2017, che per le performance di crescita nel settore solare: 86,5 miliardi di dollari destinati esclusivamente al fotovoltaico cinese, grazie ai quali la nazione ha installato 56 GW di nuova capacità (Leggi anche Fotovoltaico: la Cina supera i 110 GW di capacità solare). Uno dei motivi, come spiega Justin Wu, responsabile Asia-Pacifico per BNEF, è che “il costo del solare continua a scendere in Cina, e un numero sempre maggiore di progetti viene realizzato su tetti, parchi industriali o in altri luoghi da generazione distribuita. Questi sistemi non sono limitati dalla quota governativa (ogni stato ha delle quote massime di rinnovabili non programmabili che può installare durante l’anno)”.
Il secondo più grande paese investitore sono stati gli Stati Uniti, con 56,9 miliardi di dollari, in crescita dell’1% rispetto al 2016 nonostante il ciclone Trump. Trend al ribasso invece per l’Europa (-26%), dove i grandi segni meno davanti alle spese di Germania e Regno Unito non ce la fanno ad essere contrastati dai rialzi di Francia, Olanda, Italia, Svezia, Spagna e Austria. Rallenta anche il Giappone, mentre l’Australia, in barba al nuovo governo pro fossile, aumenta gli investimenti rinnovabili del 150%.
Ma è tra i mercati emergenti il vero movimento. Gli investimenti rinnovabili dell’Argentina sono cresciuti del 777% per cento (raggiungendo i 1,8 miliardi di dollari). Segue il Messico con più 516% (6,2 miliardi di dollari) e l’Egitto in crescita del 495% (2,6 miliardi).