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USA: nonostante la pandemia, è boom di installazioni solari

Sebbene al di sotto delle previsioni pre-covid, i numeri delle installazioni solari in USA sono da record

(Rinnovabili.it) – Secondo un rapporto della Solar Energy Industries Association (SIEA) e della società di ricerca energetica Wood Mackenzie, le nuove installazioni solari statunitensi aumenteranno di 1/3 nel corso del 2020. Infatti, nonostante la pandemia di coronavirus abbia causato un forte calo di ordini di pannelli solari su case e aziende, in USA cresce sempre di più la domanda di energia pulita da parte dei servizi pubblici.

Secondo le stime, quindi, quest’anno l’industria solare installerà 18 GW, sufficienti per alimentare oltre 3 milioni di case. I numeri delle previsioni hanno certamente subito una riduzione, pari a circa -9% di quanto ci si aspettasse prima che la pandemia causasse ritardi nella costruzione, un indebolimento della domanda da parte dei consumatori e maggiori difficoltà nell’accesso ai finanziamenti. SEIA ha quindi ridotto la sua prospettiva di installazione solare quinquennale di circa il 3%, attestandosi a 113 GW e citando la “notevole incertezza” causata dalla pandemia.

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Tuttavia, il solare su scala industriale è sulla buona strada per un anno record negli Stati Uniti, grazie agli obiettivi statali per le energie rinnovabili e il basso costo del solare che stanno sostenendo efficacemente la solida domanda del settore. I rischi per la crescita a medio e lungo termine delle istallazioni solari, però, comprendono un aumento dei costi di capitale a causa di mercati più deboli, una riduzione della domanda da parte di clienti industriali in difficoltà finanziarie e ritardi nei piani di approvvigionamento dei servizi pubblici.

Le installazioni solari hanno rappresentato il 40% della nuova capacità negli Stati Uniti nel primo trimestre del 2020, prima del gas naturale e dell’eolico. Secondo il rapporto, le installazioni nel segmento non residenziale diminuiranno quest’anno del 38%. Inoltre, si prevede che le installazioni domestiche subiranno un calo del 25%, recuperando con un aumento del 26% l’anno prossimo. Ovviamente, passeranno diversi anni prima che il settore raggiunga i livelli previsti prima del covid-19.

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