Tempo di lobbying per l’industria solare USA
(Rinnovabili.it) -L’industria solare USA ha dato il via ad una nuova azione di lobbying per ottenere la proroga degli incentivi fotovoltaici nazionali. Oltre 900 aziende del comparto, guidate dalla Solar Energy Industries Association (SEIA), hanno inviato una lettera ai parlamentari del Congresso per chiedere di preservare l’attuale credito d’imposta del 30% sul fotovoltaico, il meccanismo federale che ha permesso al comparto di prosperare in questi anni.
Istituito dall’Energy Policy Act del 2005, durante la presidenza di George W. Bush, il credito – investment tax credit o ITC – ha contribuito a generare oltre 140 miliardi di investimenti nel Paese e aumentato il dispiegamento solare del 10.000% dal 2016 a oggi. L’ultima estensione approvata, tuttavia, ne ha cambiato le regole, imponendo una graduale decurtazione dell’aliquota a partire dal 2020: dal 30% al 26%, per poi passare al 22% nel 2021. Il credito verrebbe quindi annullato nel 2022 per gli impianti residenziali ed abbassato al 10% per quelli commerciali e su scala utility.
Per l’industria solare USA il mantenimento dell’investment tax credit è un aspetto fondamentale e non solo sotto l’ovvio aspetto economico. Nonostante la vistosa crescita del comparto e il conseguente abbassamento dei costi fv raggiunto in questi anni, l’energia solare negli Stati Uniti ricopre ancora solo il 2% del mix.
Come spiega George Hershman, presidente di Swinerton Renewable Energy al quotidiano Pv-tech “L’estensione ITC contribuirà a mantenere un mercato stabile per lo sviluppo fotovoltaico continuo nel settore delle utility. Questo si tradurrà direttamente in investimenti nelle comunità rurali della nostra nazione sostenendo più posti di lavoro attraverso la catena del valore solare, fornendo soluzioni energetiche a lungo termine a un costo inferiore”.
A favore del rinnovo sono oggi i parlamentari democratici sia alla Camera che al Senato, ma un repubblicano chiave – il presidente della commissione finanze al Senato Chuck Grassley – si oppone all’estensione. Nel frattempo SEIA promette: la lettera al Congresso è solo l’inizio di una più ampia spinta di lobbying per non far morire l’ITC.