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La Francia inaugura il più grande impianto di riciclo fotovoltaico

Il gruppo francese Veolia ha inaugurato a Rousset un impianto che tratterà 1.300 tonnellate di pannelli solari l’anno

impianto di riciclo fotovoltaico

 

Taglio del nastro per la prima struttura europea di riciclo fotovoltaico

(Rinnovabili.it) – In Francia l’energia solare chiude il cerchio. La prima unità nazionale per il trattamento e il riciclo fotovoltaico è stata inaugurata ieri a Rousset nelle Bocche del Rodano. Il progetto porta la firma dell’associazione PV Cycle France e di Veolia, azienda di servizio pubblico. Insieme hanno realizzato quello che oggi è il più grande impianto mai realizzato, dedicato esclusivamente ai pannelli solari giunti a fine vita. Una necessità visto che la prima generazione di moduli fv ha raggiunto volumi in dismissione tali da giustificare una struttura di riciclo a sé.

I pannelli solari, come tutti i raee sono fonti di materie prime seconde. Un modulo standard in silicio cristallino è costituito dal 65-75% di vetro, 10-15% dall’alluminio del telaio, 10% di plastica e solo 3-5% di silicio. Ogni unità può essere quasi completamente riciclata: attualmente le migliori tecnologie presenti sul mercato permettono di recuperare un pannello al 98% del suo peso. Fino a ieri, tuttavia, in Francia (così come altrove) i moduli vecchi o rotti finivano nelle strutture di riciclaggio del vetro, non essendoci ancora un volume di “rifiuti solari” tale da giustificare un impianto di riciclo fotovoltaico ad hoc.

 

Oggi, spiega Veolia, i tempi sono maturi per compiere un passo in più. Il nuovo centro tratterà fino a 1.300 tonnellate di pannelli in questo 2018, ossia tutti quelli che in teoria dovrebbero essere dismessi quest’anno nel Paese, con l’obiettivo di portare la capacità 4.000 tonnellate entro il 2022. “Si tratta – ha spiegato ai giornalisti Gilles Carsuzaa, responsabile del riciclo elettronico a Veolia – del primo impianto dedicato al riciclaggio di pannelli solari in Europa, forse nel mondo”.

La struttura tratterà per ora solo i moduli standard in silicio, escludendo film sottile o fotovoltaico organico. La linea robotizzata dell’impianto smonterà celle e pannelli per recuperare vetro, silicio, plastica, rame e argento, che verranno successivamente schiacciati in granuli per poter essere riutilizzati nuovamente dal settore solare come materie prime seconde.Veolia non ha ancora risolto tutti i problemi: il sistema recupera attualmente solo il 95% in peso dei pannelli e estrae il silicio con due categorie di purezza, di cui il miglior valore è attualmente al 70%. “L’obiettivo è quello di raggiungere il 100% di purezza. Stiamo lavorando su una tecnologia per raggiungere i nostri obiettivi, ma siamo ancora nel settore della R & S”.