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Impianto fotovoltaico sul tetto, esiste un potenziale di oltre 2TW

Il nuovo rapporto BloombergNEF e Schneider Electric sottolinea come il mercato dei tetti solari sia ancora in gran parte non sfruttato. E spiega la strada per mettere a frutto questa potenzialità latente

Impianto fotovoltaico sul tetto
Foto di masumol da Pixabay

Il mercato potenziale dell’impianto fotovoltaico sul tetto

(Rinnovabili.it) – Entro il 2050, a livello mondiale, almeno 167 milioni di famiglie e 23 milioni di imprese potrebbero possedere un impianto fotovoltaico sul tetto. Una crescita a basso impatto fisico che permettere di ottenere oltre 2 TW di nuova capacità solare distribuita e 1 TWh di accumulo. A fare i conti sono BloombergNEF (BNEF) e Schneider Electric nel nuovo rapporto “Realizing the Potential of Customer-Sited Solar” (testo in inglese). Il documento analizza il mercato di settore, fra fattori abilitanti e ostacoli, per individuare quello che chiama “il giusto ambiente politico-normativo” per il solare behind-the-meter.

“Per capire fino a che punto potrebbe spingersi il fotovoltaico residenziale, è importante comprendere i fattori fisici ed economici che limitano quanto può essere installato in un dato mercato“, si legge nel report. “L’alta densità abitativa, la scarsa idoneità strutturale degli edifici, la ridotta accessibilità economica e gli usi alternativi delle coperture possono limitare il potenziale sviluppo”. D’altra parte, i miglioramenti tecnologici e il calo dei costi spingono nella direzione opposta assieme all’aumento demografico e del patrimonio edilizio. “Tuttavia – aggiungono gli autori – l’urbanizzazione ridurrà la percentuale di persone dotate di spazio sul tetto. Al contrario, nelle regioni in cui le famiglie e le imprese si allontanano dalle città, come è stato osservato durante la pandemia di Covid-19, il potenziale aumenta”

Tetto solare, quando conviene?

Lo scoglio principale rimane quello economico-finanziario. L’esperienza mostra che l’adozione di un impianto fotovoltaico sul tetto è legato ad alti tassi di rendimento interni (IRR) o brevi periodi di ammortamento.  In Australia, ad esempio, il periodo di ammortamento per le famiglie che investono nel solare è sotto i 10 anni dal 2013. Di conseguenza nel Paese, complici gli alti prezzi elettrici, l’adozione del fotovoltaico domestico è letteralmente schizzata in alto, con oltre 2,5 gigawatt di sistemi installati solo nel 2020.

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Nelle regioni in cui l’economia non ha ancora raggiunto tali punti di svolta, i responsabili politici stanno introducendo incentivi mirati per creare condizioni di mercato favorevoli e anticipare la diffusione. Un esempio è la Francia, dove i contributi esistenti permettono al solare residenziale di guadagnare tassi di rendimento interni di circa il 18,5% (un payback di cinque anni) mentre le installazioni aziendali raggiungono il 10,4% di IRR (o un payback di nove anni). Ciò ha stimolato una graduale crescita del segmento , fino a circa 500 MW di installazioni nello scorso anno.

Impianti fotovoltaici sul tetto di edifici di nuova costruzione

La motivazione economica per l’integrazione del fotovoltaico in fase di costruzione è “particolarmente forte”, spiegano gli analisti. Questo perché i cosiddetti “soft cost“, come i costi di marketing, vendita, manodopera e installazione, possono essere ridotti, mentre i benefici finali rimangono gli stessi. Il rapporto presenta il caso studio della California dove la solarizzaione delle coperture domestiche è già ad un buon 20% di IRR, valore che sale al 40% in caso di impianti aggiunti in fase di realizzazione dell’edificio.

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Una considerazione chiave nella fase iniziale dello sviluppo del mercato – scrive BNEF – è evitare un boom insostenibile. I progetti politici dovrebbero tenere conto del fatto che i costi solari continueranno a diminuire nel tempo e che un sostegno moderato rifletterebbe queste dinamiche in cambiamento”.