Il low cost indiano domina il settore fotovoltaico con appena 65 cent/Watt. Ma un prezzo così basso è davvero sinonimo di sostenibilità?
Costi dell’impianto fotovoltaico: 13 Paesi sotto esame
(Rinnovabili.it) – Continua la caduta libera dei prezzi del fotovoltaico. Una discesa veloce che, secondo un nuovo rapporto di GTM Research – il braccio di consulenza di Greentech media – non accenna minimamente a voler rallentare. Nella prima metà del 2017, i minori prezzi dei moduli solari (e non solo) hanno spinto quelli degli impianti fotovoltaici su scala utility sotto un dollaro per Watt nei mercati di quasi tutto il mondo. Per il prossimo futuro, il taglio sarà ancora più netto: GTM prevede, infatti, che entro il 2022, i costi medi globali per i progetti solari saranno in calo di circa il 27 per cento, che equivale a una flessione annua del 4,4 per cento circa.
Tutti i dati sono contenuti nel documento PV System Pricing H1 2017, in cui la società fa letteralmente le pulci a 13 Paesi oggi tra le maggiori promesse nel settore dell’energia solare: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Giappone, Mexico, Sud Africa, Regno Unito e Stati Uniti. L’autore, l’analista Ben Gallagher, spiega che non solo i numeri sono degni di nota, ma anche le ragioni che sono alla base dei numeri stessi. Il calo dei costi di un impianto fotovoltaico è oggi determinato da tanti “piccoli” segni meno apposti di fronte ai prezzi delle celle, dei moduli, degli strumenti e della manodopera.
Dove costa meno realizzare un progetto ad energia solare?
Attualmente, i prezzi più “convenienti” per un impianto fotovoltaico si hanno in India: 65 centesimi di dollaro per watt. È il record più basso mai raggiunto al mondo. Il low cost indiano, come è facile intuire, nasconde però salari praticamente inesistenti per la forza lavoro e il comparto ingegneristico. E come sottolinea Greentech media, i mercati con manodopera a basso costo sono più propensi a utilizzare sistemi ad inclinazione fissa, riducendo ancora di più i prezzi del sistema chiavi in mano, a discapito ovviamente della produzione. Segue l’altro gigante asiatico, la Cina, che offre un costo di 80 centesimi per watt. Anche la qualità dei materiali impiegati preoccupa.
Spiega Gallagher “Il processo delle gare d’appalto ha un effetto collaterale dannoso: ci sono diffuse preoccupazioni in merito alla vita di diversi sistemi fv attualmente installati, dal momento che si sospetta che molti siano stati costruiti frettolosamente, utilizzando componenti di scarsa qualità”.
All’altro lato della classifica, troviamo il Giappone dove un impianto fotovoltaico costa in media oltre i 2 dollari per Watt. Dietro al grosso scarto di prezzo però c’è un fattore essenziale, quale il controllo ingegneristico che tiene conto di elementi quali terremoti, forti venti ed erosioni. Nel mezzo ci sono gli USA (1,10 dollari per Watt) e il Regno Unito (1 dollaro per Watt).
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