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Impianti agrovoltaici in Italia: “incentivato l’investimento, non il kWh”

L'intervento del ministro Patuanelli alla Camera: "Metteremo limiti molto chiari alle tipologie di terreno da utilizzare". E "nessuna azienda agricola potrà dismettere la sua produzione e affittare i terreni per ottenere gli incentivi"

Impianti agrovoltaici
via depositphotos.com

Autorizzazioni più rapide per gli impianti fotovoltaici ma tutelando l’agricoltura

(Rinnovabili.it) Si scalda il dibattito sugli impianti agrovoltaici in Italia. Il fotovoltaico in ambito agricolo si è guadagnato uno ruolo di primo piano all’interno della strategia energetica italiana al 2030. Ma tra nuovi obiettivi e problemi di vecchia data, sullo sviluppo del settore gravitano oggi diverse preoccupazioni.

Ad oggi il mosaico di regole e autorizzazioni che disciplina il fotovoltaico a livello regionale fa intravedere diversi rischi pratici. Rischi a cui il Governo intende rispondere con l’adozione di linee guida ad hoc, che definiscano in maniera chiara dove realizzare gli impianti agrivoltaci. Ad assicurarlo, è stato ieri il ministro alla politiche agricole, Stefano Patunelli, rispondendo ad alcune interrogazioni alla Camera.

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Uno dei temi chiave emersi nel question time sono state le preoccupazioni scaturite a seguito della pubblicazione del “DL Governance. Il provvedimento, tra le altre cose, dispone che le opere, gli impianti e le infrastrutture necessari alla transizione energetica del Paese e inclusi nel PNRR costituiscano “interventi di pubblica utilità, indifferibili e urgenti”. Come sottolineato dal deputato Luciano Cadeddu (M5), la misura fa temere ad alcuni l’eventualità di espropri dei terreni agricoli.

Un timore scacciato da Patuanelli “L’idea è quella di avere un processo rapido di autorizzazione, ma non quella di espropriare gli agricoltori dei loro terreni; attraverso, invece, l’articolo 31 e le linee guida, sarà proprio quella di mettere dei limiti molto chiari alle tipologie di intervento di terreno da utilizzare. In Italia ci sono 16,7 milioni di ettari di superficie agricola disponibile e 13,2 milioni di ettari di superficie agricola utilizzata. Ci sono delle aree e io ritengo che si debba individuare quelle aree industriali dismesse e quelle aree non utilizzate”.

Perplessità sugli impianti agrovoltaici a terra

Il ministro non ha nascosto alcuni dubbi sugli impianti agrovoltaici a terra, sottolineando come la progettualità del Mipaaf sia piuttosto indirizzata sulle coperture degli edifici e non sul suolo. “Ho alcune perplessità su questo e l’ho espresso più volte. Segnalo, però, le linee guida che stiamo predisponendo con il CREA, che saranno disponibili nel minor tempo possibile, soprattutto con riguardo ai meccanismi incentivanti, che non dovranno far diventare aziende energetiche le nostre aziende agricole”.

Al contrario, avranno come obiettivo “incentivare l’investimento e non il kilowattora” per evitare che gli agricoltori diano in affitto i loro terreni a società energetiche interrompendo le coltivazioni. “Bisogna evitare in ogni modo che ci sia un massiccio intervento delle società energetiche nei confronti delle aziende agricole, perché altrimenti, se le due potenzialità di reddito sono molto diverse, è chiaro che qualsiasi agricoltore sarà tentato di attivare questo percorso”.

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